martedì 20 gennaio 2015

Tornare a Stoccolma è stata una tragedia


Tornare a Stoccolma dopo aver passato qualche giorno nella "Piccola Città" è stata una tragedia. Avevo paura di annoiarmi a morte senza niente da fare. E invece i giorni sono passati in un lampo e nel momento della partenza mi sono pure esibito in una piccola sceneggiata napoletana con tanto di declamazione lacrimosa; “io in Svezia non ci voglio tornare, fa freddo!”
E cosa si può dire a uno che il giorno prima di tornare a Stoccolma, si crogiolava sul terrazzo di casa accarezzato dal dolce sole civitavecchiase gridava: “io mi incateno a sto` terrazzo!”?
Perché è vero che: “beato te Franco che sei in Svezia, che non sei costretto a sentire tutte le cavolate di quel coglione di…, che se in un Paese civile ed evoluto, in cui c’è rispetto per il prossimo, previdenza sociale, servizi, bella pensione, spendi di meno”.
È anche vero che: “è stata una tua scelta, hai fatto bene ad andartene perché qui con il tuo diploma nemmeno il benzinaio sotto casa ti avrebbe assunto, sei stato un uomo fortunato e oggi guarda come crescono bene i tuoi nipotini.”.

Tutto sacrosanto!
Però il bar sotto casa con i cornetti fumanti alle sei del mattino, e il mio fratellone, e i carciofi di nonna Istrice…e tutti quelli che mi salutano da un marciapiede all`altro come se non fossi mai partito, com`è difficile staccarsi dalle proprie radici.
E il sole a gennaio, ne vogliamo parlare?
E il mezzo chilo di pizza salata con la mortadella al giorno?
E il mare della “Piccola Città” che ti risuona nelle orecchie e ti porta a chiederti cosa ne sarà di te quando l’infrangersi delle onde su questo scoglio amico cesserà per sempre?
E quelle dolci colline alle spalle della Piccola Città? Salutarle fa male. Hanno visto tutto di te, hanno sbirciato quando “salavi” la scuola, sorriso quando ti arrampicavi con la bicicletta sognando di diventare un grande campione. Non ti hanno creduto quando ventenne ribelle hai detto: Io quassù non ci vengo più, questo posto mi sta stretto, voglio andare in Svezia”. 
Sapevano benissimo che, un giorno anche se lontano, saresti tornato avido di rivederle quelle colline, cambiato, maturato e un pò rincoglionito…!
Ed è quello che ho fatto. Sono tornado per riscoprire il mio vecchio e inconfessato amore. Non piango io, "sono un duro", mentre guardo dall`aereo Roma che si allontana, con orgoglio dico: “tornerò presto, a luglio, con i miei nipotini, così potrò mostrare loro questa meraviglia!”
Baci svedesi a tutti.







domenica 18 gennaio 2015

Compio 70 anni e ne sono felice


Caro nonno Franco,
oggi è un giorno speciale, un giorno in cui devo dimostrare a me stesso di volermi bene.

Certo questo compleanno ha un sapore diverso. E' una cifra importante “70…” certamente da non caricare di significati... ma nemmeno da salutare con indifferenza. In fondo abbiamo bisogno tutti di un momento in più di riflessione e cerchiamo un'occasione buona per farlo.

E allora ....

Bravo Franco per aver tenuto saldi e forti intorno a te i tuoi affetti più cari, difendendoli come un leone dagli attacchi della vita.
Bravo per la pazienza che hai sempre avuto e che, penso, dovrai ancora avere per realizzare i prossimi proggetti… a te più cari.

Bravo Franco per la strada che fino ad oggi hai saputo percorrere, spingendo chi si voleva fermare e trascinando chi aveva bisogno di un pò di entusiasmo per continuare.

Bravo per l'ottimismo che hai sempre dimostrato quando il buio avrebbe potuto trascinarti giù, e anche quando c'è riuscito hai sempre trovato dentro di te una fune che ti ha riportato verso la luce

E finora ha parlato Narciso
.

Ma devo anche dire che sono stato fortunato perchè la vita è stata generosa con me. Perchè mi ha donato i regali più grandi che si possano desiderare.

L'amore di un donna che ha camminato una vita con me e con silenzio e pazienza ha tenuto con i piedi a terra quest`uomo fin troppo esuberante, ma che ha saputo farmi anche volare in alto fino a quando è stata vicino a me.

Il grande, immenso, infinito amore dei miei figli, pezzi di me che vivono staccati da me, di cui sento la mancanza anche se li tengo stretti al mio cuore. Che mi hanno insegnato a guardare la vita in modi diversi, attraverso i loro occhi ingenui e sorpresi, attraverso le loro conquiste quotidiane. E avere loro accanto significa per me non desiderare altro.

L'amore di mia madre (e della sua meravigliosa famiglia) grande e infinito anch'esso, che ci sono sempre e sempre ci saranno in ogni respiro della mia vita. Perchè mi hanno insegnato ad essere quello che sono e ad essere felice per le cose che ho e non infelice per quelle che non posso avere.

E cosa dire dell'infinito amore dei miei amici a quattro zampe, che ogni giorno sono stati è saranno sempre con me. Questa marea di affetto che mi ha avvolto e mi ha fatto galleggiare anche nelle tempeste più violente.
Questa ondata di abbai in allegria che mi travolge ogni volta che ci abbracciamo…!
Buona vita nonno.



Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.