sabato 29 maggio 2010

Gli italiani “diversi…”


Rigoletto, atto secondo, scena IV: Palazzo Ducale di Mantova. Il buffone, cui hanno rapito la figlia incontra i cortigiani complici del misfatto e grida;
“ cortigiani vil razza dannata”. E nel libretto si legge: “ Cortigiani razza di vigliacchi maledetti a che prezzo avete venduto il mio bene”.

Parole che mi tornano a mente leggendo alcuni Blogg_italiani, non tutti per fortuna, i quali senbrano aperti solamente per scrivere peste e corna dell`Italia,usando a volte un linguaggio che va oltre i limiti della decenza, ma non è questo che mi preoccupa: di ridicoli il mondo è pieno. Mi preoccupa più il fatto quando quest`ultimi mettono l`Italia in cattiva luce di fronte hai loro nuovi padroni, in questo caso gli svedesi, dopo "poverini" si meravigliano se gli svedesi restino disorientati ed evitano di entrare nel merito del dibbattito.Ve lo dico io il perchè: uno svedese non metterebbe mai la Svezia in cattiva luce sia di fronte ad uno svedese e tanto meno di fronte ad uno ”straniero” nemmeno sotto tortura. Quindi il malcapitato svedese di turno al colmo della meraviglia si starà chiedendo in cuor suo: ”ma che razza di pezzo di m***a ho davanti…!”

Ed allora il malcapitato/a per togliersi dall`atmosfera di imbarazzo creata dal cialtrone di turno cercherà una via d`uscita diplomatica e vi dirà che: Si,avete ragione voi, è vero Berlusconi è un pagliaccio,ma comunque gli spaghetti sono cotti al dente, il mandolino è accordato ad arte,ed il sole riscalda di più che in Svezia, a questo punto il cialtrone convinto di aver giovato alla causa italiana si toglie finalmente dalle palle del malcapitato svedese convinto di aver fatto un ulteriore passo avanti nella società svedese (esempio di servilismo all`italiana) non sapendo il tapino di aver fatto al contrario, inrimediabilmente un passo indietro.

Misera Italia dei cialtroni (provate, se potete, a tradurre questa parola (cialtrone) in svedese, ma anche in inglese..: certo, c’erano e ci sono, restano, e anche continuamente rinascono (ricicciano come si dice a Roma…) queste minoranze cialtrone, anche se sono, certo,si tratti di minoranze a tutti gli effetti, con i loro splendidi lampi di luce.

Forse allora la chiave di questo possibile « essere » contraddittorio degli italiani, dei loro vizi come delle loro virtù, andrebbe ricercata proprio nel periodo in cui l’Italia ancora non c’era, ma c’erano curiosamente eruzioni a tappe di lingua e cultura già italiana.

Poveri italiani “diversi,” dentro i quali si sfumano tanti temi e elementi, tratti caratteriali, slanci e paure, tic, come dire, il genogramma degli italiani, anche se non si sa, non si è ancora capito “cazzo,” quando e come questi benedetti italiani abbiano cominciato ad esser tali..

E poi, ancora, quali di questi italiani ? Quelli che hanno creato dentro i confini nazionali, o quelli che navigando alla volta del Canada e dell’Argentina, o dell’Australia e perchè no, anche alla volta della Skandinavia si sono mischiati con altre culture, come è proprio di tutte le vere culture, e hanno sconfitto la problematicità della loro identità (che quando è "una" fa sempre tremare) accettando il principio della polivalenza ? Colombo allora era italiano, o era portoghese ? era cristiano o ebreo ? E Yves Montand ? E quelli che da fuori arrivano in Italia, « sbarcano » (brrrrr), dall’Uruguay o dalla Romania, o dall’Africa, dall’Albania, e vogliono viverci in questa fragile Italia ?

Forse, i veri italiani sono quelli che son disposti, sia in Italia sia all`estero, ad intrecciare fra loro le lingue gentili del mondo, a ballare il tango e a saltare come i canguri... Ma per fortuna ! Siamo italiani diversi, ma a volte no…!(vagabondo)
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domenica 23 maggio 2010

Italia vs Svezia…!


Vorrei oggi spegnere un fuoco, il fuoco dell'entusiasmo di chi intravede nella Svezia un chissà quale paese "aperto" e "tollerante". Notoriamente amo sia la Svezia come l`Italia, ma (e ve l'avevo promesso) da tempo stavo ripensando a un possibile confronto tra les moyens de vivre di questi due Stati. Non si creda che abitare nel Nord Europa voglia dire essere tutti uguali: gli italiani più ignoranti mettono nel calderone svedesi, olandesi, tedeschi, danesi, considerandoli alla pari protestanti, bevitori di birra, dediti al lavoro, biondi con gli occhi azzurri e parecchio "chiusi".

Ecco, confrontandomi più nella fattispecie con Svezia e Italia devo ora dire di avere riconosciuto aspetti negativi della Svezia (è ora di smetterla di considerarla una specie di paradiso terrestre); anche se l`Italia viene scalzata dalla Svezia in certe cose. Del resto i pro e i contro esistono dappertutto.

Cominciamo col chiarire ad esempio in cosa l`Italia batte nettamente la Svezia...Bè, innanzitutto attraverso il suo patrimonio storico-culturale filosofico e letterario e la sua capacità di propaganda e protagonismo in Italia e in Europa.Certo, l`Italia è ancora, per molti, macchiata dall'onta storica del fascismo, ma, insomma a noi italiani tutti ci conoscono per meriti, e sia demeriti, gli svedesi poverini NO! Gli svedesi gli si conosce per poche cose, a volte banali (l' Ikea), ma pochi sanno davvero chi sono. La Svezia ha una storia giovane, fino al XIX secolo era uno dei Paesi più poveri d' Europa, diciamo poi che dal XX secolo attraverso liberalizzazioni economiche, un intenso sfruttamento delle sue risorse naturali e l'avvio di una politica assistenziale riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo è riuscita a diventare quello che è oggi, uno Stato invidiato per la vivibilità, l'efficienza ed anche per l'apertura di costumi.

Diciamo però che anche in merito all'apertura dei costumi l`Italia ha ormai raggiunto e superato la Svezia: basta digitare alcune parole chiavi in Google.....Sarà pure progressista questa Svezia, ma non si trova un sito porno svedese, non si trovano locali dove fare sesso, rara la novellistica erotica, rarissime le community di incontri. L`Italia, invece, concede pari dignità a tutto in termini di locali, siti informativi, credo che sia la patria del naturismo,tutti nudi in spiaggia,in televisione,la giornalista più “in” del momento Monica Setta, ci spiega la “notizia del giorno”
mettendo in bella mostra due “tette” da far paura. ( I maligni dicono che i suoi fans più accaniti siano i camionisti). Non serve a nulla dire che in Svezia ci sono i preservativi ad ogni angolo della strada, i matrimoni gay, la fecondazione assistita, che si fa educazione sessuale nelle scuole, che le donne sono emancipate; queste sono tutte realtà ben presenti e radicate in molti altri Paesi ormai (tranne l' Italia e pochi altri). Diciamo che la Svezia è stata una delle prime ad emanciparsi, ma avviato questo processo, lentamente, anche in Europa si sono raggiunti degli obiettivi comuni in termini di libertà di costume. Anzi, forse, se vogliamo dirla tutta, è la Danimarca a essere più progressista e "trasgressiva" della Svezia. La Svezia, poi, ricordiamolo, è una delle poche in Europa a mettere in galera i clienti delle prostitute, con l'assurdità di considerare legale la prostituzione stessa
(in altri termini: le puttane possono esercitare senza farsi pubblicità, ma i clienti vengono arrestati).

Allora quindi, da cosa si vede il progressismo? Dal proibizionismo o dalla libertà? In più la Svezia considera "legale" e culturalmente accettata la sessualità tra uomini e animali (è aperto da decenni un dibattito tra i favorevoli e gli animalisti contrari) e in passato ha liberalizzato anche le immagini pornografiche minorili (Grazie Svezia...vergognati!! Questo significa essere progressisti??).

Ma veniamo agli aspetti positivi: la Svezia ha un grande patrimonio naturale e paesaggistico, dopo la Francia e l' Italia, ha cuochi famosi in tutto il mondo, la gente non è chiusa come si crede, ma molto friendly (c'è una cosa bellissima degli svedesi: hanno abolito il "Voi", la forma di cortesia e tutti si danno del tu, eliminando i titoli di onorificenza e i cognomi. Per cui, niente professore, cavaliere, signore, ma semplicemente "Hej Hans! Hur mår du?"-come stai), i bambini sono rispettatissimi e quando si va in Svezia c'è un clima sereno e tranquillo, ideale per chi si vuole riposare. Però le principali attrazioni di divertimento sono simili ad altri Paesi d' Europa (pub, discoteche) e non certo mancano povertà, omicidi e criminalità. E' inoltre paradossale notare la crescita esponenziale negli ultimi tre-quattro anni di senzatetto locali e di extracomunitari integrati e inseriti.

In Italia invece gli italiani (esclusi gli immigrati) non sono così friendly, hanno un'anima piuttosto altezzosa; si potrebbe ben dire che sono "chiusi” nella loro ristretta di cerchia amicizie e si sentono sicuri solamente all`interno di quello che loro chiamano “Il nostro gruppo…” una specie di “tribù…” ( i matrimoni vengono arganizzati fra tribù amiche), a pelle si tratta inoltre di una società più maschilista di quella svedese, non in tutte le città si parla volentieri inglese a (Roma per niente…), c'è più uno spirito campanilista, mentre in Svezia interessa poco parlare la propria lingua locale. In Svezia i film esteri arrivano in lingua originale (in inglese), mentre in Italia, vengono tutti doppiati.

Veniamo alle donne...Si potrebbe tracciare un profilo sommario di donne italiane e svedesi? Mah!! Difficile stabilire delle differenze, se non dire forse che tutte le ragazze svedesi (o che ne assorbono la cultura) vivono già da sole a poco più di vent'anni, manca quel clima familistico-reverenziale dell' Italia.
I giovani svedesi viaggiano molto più spesso, mentre da noi ci si imbatte molto spesso nella "nevrosi" da viaggio (baldi giovani che preferiscono stare nella propria terra natia, forse non troppo curiosi del "nuovo" o bloccati da paure immaginarie o comunque risolvibili). Inoltre è difficile delineare un quadro preciso per colpa dello scambio di culture e della massiccia immigrazione generalizzata.

E' certo che la precoce emancipazione, la possibilità di costruire facilmente una carriera, contribuiscono a dare alla donna svedese una sicurezza che forse manca alle donne italiane; di fatto le italiane sono finte emancipate, scimmiottano l'emancipazione, ma la strada è ancora lunga da percorrere e lo si capisce dal fatto che in Svezia vendono i vibratori… (si avete capito bene…) nelle farmacie e che in Parlamento esistono numerose parlamentari e ministre donne. Forse il prossimo primo ministro del governo in Svezia sarà una donna
(vedi il post “ Mona Sahlin,ministro senza TOBLERONE”)
Naturalmente queste sono considerazioni mie e non possono valere in assoluto, sia chiaro. Sono delle linee di tendenza basate su osservazioni personali, esperienze di vita nei due paesi.

Il dibattito si può aprire qui, voi lettori potrete contribuire, confutare, insomma dire la vostra sul tema:
"Italia vs Svezia".

(vagabondo)

martedì 18 maggio 2010

IKEA: La mia persecuzione…!


Io alla globalizazione non ci credo forse perchè c`è troppa America in giro, troppe scarpe Nike, troppa Ikea… Ikea per me è una persecuzione c`è anche a Roma: via Anagnina a due passi da casa mia, quando abitavo a Roma nell`altro secolo per fortuna ancora non c`era, nemmeno a Stoccolma a dire il vero l`hanno costruita poco dopo il mio arrivo,sempre nell`altro secolo e sempre vicino casa mia.
Quando sono stato a Roma l`ultima volta i miei parenti vedendo che mi annoiavo ed anche per torgliermi un pò da "le scatole" mi hanno detto: Vai a vedere Ikea è molto svedese sai…(mortaccivostri ho pensato io…) ebbene SI! confesso mi sono incuriosito e ci sono stato, arrivato in macchina ho subito notato che il parcheggio è gratuito. E’ nella filosofia di Ikea: tanti servizi, tante coccole ai clienti, costi contenuti… Entrate nel percorso guidato per il parcheggio. Basta seguire le frecce della segnaletica orizzontale… L´illusione di stare a Stoccolma dura poco, un inserviente mi indica un cortello con scritto sopra “ P-pieno” e mi invita gentilmente ad uscire.

All `uscita indovinate chi c’è …? l’immancabile parcheggiatore abusivo autorizzato (autorizzato dagli altri abusivi) che dice: “Dottó venga che c`è posto” Va bene. Proseguo secondo le sue indicazioni,facendo attenzione a due macchine che arrivano contro mano. Per uscire naturalmente la strada da fare è minore se esce si dall`entrata E’ questione di principio: la benzina costa. Quindi c’è sempre un romano contromano. Ma è anche questione di territorio: chi so’ sti cazzo de svedesi che comannano ‘a casa nostra?! Va bene. E’ Ikea Roma.

Il parcheggio si trova seguendo le indicazioni del parcheggiatore abusivo autorizzato. Se piove Ikea naturalmente fornisce all’ingresso del negozio di bustine trasparenti per contenere gli ombrelli bagnati ed evitare lo sgocciolamento in giro. A Roma per evitare che il romano distratto dimentichi la busta o ne faccia scorta per chessò uso di congelatore, il parcheggiatore abusivo autorizzato vi risparmia la fatica di cercare il sacchetto (si presume che voi siate passati già per i negozi Ikea sparsi in Italia, e siate quindi alla ricerca dei sacchetti: rinunciate, non li trovereste mai). Costo: Dottò faccia lei!

Mettiamo che non piove. Avrete guadagnato l’ingresso e cercate il posto per depositare il figliolo al seguito. Rinunciate: all’inizio c’era il servizio di baby sitting. Ora non c’è più: i bimbi romani saltano, rotolano, si moltiplicano, si rompono e i genitori chiedono i danni. Se non avete figli, cercherete matite e metro di carta. Rinunciateci: prima di voi è passata la famiglia Scortichini che ha bisogno di matite in quantità industriale. Comincia il giro. Ci sono le stesse frecce orizzontali del percorso parcheggio. E’ inutile: cercate di orientarvi seguendo i cartelli affissi al soffito, che indicano i settori. Se c’è contromano in auto, immaginate a piedi.

I settori più belli sono quelli dell’abitazione tipo, dei divani, delle cucine e delle camere da letto. Nel primo troverete la classica famiglia composta da suocera, suocero, giovane coppia con quattro bambini, zia e zio, nipoti e amici degli zii che guardano con aria di superiorità la gigantografia di un fichetto svedese che tutto sorridente dice: “Vieni a vedere la mia casa, io vivo in 30 meri quadrati”. E nei trenta metri sono compresi camera da letto, soggiorno, salotto, cucina, bagno e studio con un intricato sistema di armadi a muro e soppalchi. La famiglia allargata, che vive tutta nella stessa casa di 30 metri quadrati ,passa oltre.

Nel reparto divani, Ikea dà il meglio di sé nella dimostrazione della resistenza dei suoi prodotti: può resistere un divano letto alla pressione di quattro bimbi più nonna che è ”stracca morta” e je gira ‘la brocca?! può! Nel reparto cucine scoprirete che i romani hanno bisogno di un miliardo di scomparti per tutte le conserve che si producono mediamente in una famiglia.

Nel reparto camere da letto i romani non si soffermano: manca lo stile barocco roccocò in vero truciolato laccato del finto stile impero che si usava a Venezia ai tempi del doge. Il vostro giro ovviamente prosegue sempre tra la transumanza pluridirezionale. E in tutta questa “ammucchiata”vi accorgerete che lo svedese, sì i termini svedesi sono molto simili a certi termini italiani. Che ne so: il divano Klippàn è come il flipper,lampa "è na lampadina" e così via…

Vi siete stancati? avete fame? c’è il ristorante. A Stoccolma troverete tavoli da otto dove sono sedute due persone, o quattro che tra loro non si conoscono. A Roma troverete due tavoli da otto opportunamente accostati per far spazio alla famiglia. Troverete che l’angolo dei condimenti e accessori ha oliera e acetiera legate con lo spago al carrello, così come il cavatappi. E lo spago non è un filo continuo, ma una cordicella con una serie di nodi, perché lo spago si taglia, lo strumento si porta a tavola e, se va bene, si riporta al carrello e si riannoda. A Stoccoma vedrete una fila ordinata. A Roma nonostante le transenne c’è sempre l’ingorgo in un punto: quello delle posate. Non chiedetemi il perché. A Stoccolma ci sono i vassoi. Anche a Roma, ma a Roma hanno aggiunto il carrello stile areoporto: potrete inserire i vassoi ben impilati per tutta la famiglia che occupa i due tavoli da otto accostati.

Dopo pranzo viene il bello. C’è il mercato. Si scende al piano terra. Quella scritta enorme che campeggia (mercato) è un’istigazione a delinquere per i romani. Se non vi siete mai accostati a un mercato romano non potete capire. Dunque, nel mercato del negozio Ikea ci sono quei cestoni cubici dove è depositato sempre lo stesso oggetto ma in quantità industriali. Il romano, per il solo fatto di trovarsi in un posto con la scritta “mercato”, deve scegliere: “Pija questo che è mejo!”,No, pija quest’altro”. E’ così.

Non perdetevi il reparto tessili, dove ci sono i tessuti a metraggio per le tende. Assisterete a splendide disquisizioni tra commessi e clienti sull’arredamento di “mia cognata Domidilla che ha un mezzanino vicino a quello di zia Carolina, su a Monte Mario. Avete presente il mezzanino all’angolo vicino alla salumeria da ‘Il norcino de Norcia?”. La vostra visita sta per concludersi, arriva il momento delle casse. La fila non c’è: c’è il girotondo. Dopo aver pagato forse dovrete impacchettare qualcosa: ci sono i banchi con la carta da imballaggio gratis. Gratis significa gratìs, non a metro. E la carta da imballaggio in una casa romana serve sempre. Come i cataloghi di Ikea. Gratis anche quelli e in una famiglia allargata non si può litigare per chi debba sfogliare il catalogo per primo. Avete finito la vostra giornata di shopping al’Ikea? bene, adesso fate attenzione all’uscita.

Il parcheggiatore abusivo autorizzato vi dirà che ha controllato la macchina, ha pulito il parabrezza e ha evitato che qualcuno parcheggiasse in doppia fila per non farvi uscire. Ovviamente non vi aiuta a caricare la spesa. “Dottò avete speso tutti li sordi?, nunè che ve c`è avazato cuarche cosa NO è…?!”.


(vagabondo)

martedì 11 maggio 2010

Jean Edith Camilla Läckberg:La signora in giallo che parla svedese…!

 

Lo strepitoso successo internazionale dei polizieschi svedesi è uno dei fenomeni letterari più intriganti degli ultimi decenni. Edizioni in tutte le lingue, milioni di copie vendute, trasposizioni cinematografiche: i gialli made in Scandinavia non cessano di stupire e rischiano di scalzare la tradizione anglosassone nel cuore dei fan del genere.

Nell' ormai lungo elenco di autori che hanno conquistato i lettori italiani, non faticherà a trovare spazio Camilla Läckberg, vi consiglio di leggere La principessa di ghiaccio, primo di una fortunata serie di romanzi accolti con entusiasmo da pubblico e critica (un giornale ha addirittura parlato della «nuova Agatha Christie svedese»).



Tanta enfasi potrebbe alimentare qualche dubbio: nuovo grande talento o abile operazione pubblicitaria (fra l' altro l' autrice, prima di dedicarsi totalmente alla letteratura, ha lavorato a lungo nel marketing)? Basta tuttavia leggere qualche pagina per vincere lo scetticismo: una volta infilato il naso nel romanzo non lo si molla più. Per spiegare il fascino esercitato da questi evocatori di incubi nordici, si sono spesso evocate le atmosfere gotiche, le inquietudini claustrofobiche delle interminabili notti invernali, l' efferatezza di delitti maturati nella solitudine e nel silenzio.

Tutto vero, ma la Läckberg sembra capace di far risuonare qualche corda in più: a parte lo straordinario lavoro di introspezione con cui disegna il carattere dei vari personaggi (anche di quelli che occupano ruoli marginali nell' intreccio narrativo), il suo talento consiste soprattutto nel saperci restituire uno straordinario spaccato della società svedese: pregiudizi, odi di classe appena mascherati dalle convenzioni, l' arroganza del potere che si accompagna al più insignificante dei ruoli istituzionali, la pruderie che affiora dietro all' apparente libertà delle relazioni sessuali e molto altro ancora. Emozioni e sentimenti nascosti e violenti a un tempo, che si fanno ancora più nascosti e violenti quando allignano in un paesino come Fjällbacka, pieno di turisti d' estate, abitato da un pugno di pescatori d' inverno.

Lo impara a sue spese Erica Falck, scrittrice tornata nella casa dei genitori dopo la loro tragica morte dovuta a un incidente d' auto e coinvolta, prima suo malgrado poi sempre più attivamente, nell' indagine che un poliziotto locale, Patrik Hedström, sta conducendo sull' assassinio di colei che era stata la più grande amica della sua infanzia. Per venire a capo di una matassa che si fa più intricata a ogni pagina, i due - che scoprono nel frattempo di provare una forte attrazione reciproca - dovranno sudare le proverbiali sette camicie, ma soprattutto dovranno sfondare un muro quasi impenetrabile di bugie e reticenze. Posted by Picasa

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.