Voi credete
probabilmente che la Svezia sia socialdemocratica, ma già da due legislature è
retta da un centrodestra. Così la Danimarca. In Norvegia, retta dal Partito dei
lavoratori da due legislature, l' alternanza al governo di laburisti e
conservatori è stata frequente, mentre in Svezia l' egemonia socialdemocratica
era durata settant' anni con poche interruzioni. La tenuta laburista in
Norvegia viene ascritta al petrolio, ma forse c' entra anche la storia. Un
egualitarismo più fiero in una società di contadini e pescatori senza
soggezioni all' aristocrazia, e l' eredità della Seconda Guerra.
Occupata dai nazisti, la Norvegia conobbe l'esilio inglese del re e del governo, e una ammirevole resistenza. Per un amaro paradosso, le è successo di dare al linguaggio politico comune il nome proprio del suo dirigente che si piegò al giogo nazista, Quisling. I solenni signori norvegesi che hanno assegnato il Nobel per la pace al detenuto cinese Liu Xiaobo, non ignoravano che la Cina avrebbe additato il loro paesuccio di cinque milioni come un nemico. Sta di fatto che la socialdemocrazia scandinava, guardata dall' Europa latina come una mescolanza esotica di climi spopolati e bionde libertà, è stata la vera Terza via della sinistra politica e sociale, di cui il laburismo di Blair ha tentato un' effimera emulazione.
Oggi i
paesi scandinavi conoscono l'ascesa di formazioni di estrema destra,
nazionaliste populiste e a volte apertamente razziste - così i
"democratici" svedesi", diventati nelle ultime elezioni il terzo partito, e
il norvegese "Partito del progresso", in cui militò Breivik (la sua
leader, Siv Jensen, non ha potuto fare a meno ora di dire: "Siamo tutti
laburisti").
La crisi economica e la crescita impetuosa dell' immigrazione (in Svezia il 14 per cento, la più alta proporzione europea) espongono i governi, direttamente o indirettamente, alla pressione dei partiti xenofobi: fino alla sospensione di Schengen decisa dalla Danimarca. In realtà, la crisi del "modello scandinavo" era maturata con la caduta del Muro di Berlino e il trionfo dell' individualismo neoliberista. Quel modello aveva al centro la solidarietà sociale - e dunque un prelievo fiscale molto alto - in cambio di servizi efficaci, in particolare ai bambini e alla famiglia. Diciamo subito di un giorno, il più dannato degli inferni socialdemocratici: la fede fanatica, protratta fino alla soglia degli anni ' 90, nell' eugenetica, che spinse soprattutto la Svezia, ma anche Norvegia e Danimarca e Finlandia (e tanti altri paesi, Usa e Canada compresi), alla sterilizzazione forzata di decine di migliaia di persone, donne per lo più, definite come minorate e di peso al progresso collettivo.
Questo orrore si distingueva dall' eugenetica nazista perché
respingeva un' ereditarietà della razza attribuendola invece agli individui: ma
con un risultato non meno ributtante. Frutto di una superstizione
scientista e di un fanatismo statalista, l' altra faccia dello Stato che
accompagna i suoi cittadini "dalla culla alla tomba". E argomento
ancora attualissimo al trapasso fra l'ingegneria sociale otto-novecentesca e
l' ingegneria genetica nostra.
Altri inferni stanno in quella storia, dai
collaborazionismi nazisti alle vendette del dopoguerra, come il bando
silenzioso che colpì le donne norvegesi e i figli dei tedeschi occupanti, e
durò per decenni. L' altra
faccia, ho detto, ma non era necessaria. Ci fu chi le si oppose in tempo. Non
erano inevitabili per le conquiste più preziose della socialdemocrazia: l'
istruzione e la conoscenza, la sanità, una sobrietà morale e di costume prima
ancora che politica contro la disuguaglianza sfrenata, il riconoscimento del
valore e dei diritti del lavoro, l' impegno per il mondo povero e la mediazione
internazionale, da Hammarskjoeld al Trattato di Oslo. E la parità fra i sessi,
nelle leggi e in formidabili cambiamenti di costume, come la condivisione dei
congedi di maternità e paternità, compresi i governanti uomini: che è anche un
esempio alle abitudini patriarcali di nuove minoranze - i pakistani sono i più
numerosi.
Nella
graduatoria mondiale sul ruolo delle donne i primi quattro posti vanno a
Islanda, Norvegia, Svezia e Finlandia (l' Italia
è al 74esimo). E in particolare un patto di fiducia fra i cittadini e le
istituzioni così saldo da durare, sia pure con crepe evidenti, al di là di una
maggioranza politica, e spiegare la sconcertante "impreparazione"
dello Stato norvegese al gesto di un malfattore, che non si era capaci di
immaginare - e non si voleva. Era successo perfino quando, nel 1940, i nazisti
invasero la neutrale Norvegia, che si dimostrò del tutto
"impreparata":e il paragone, ovviamente improprio, valga a dare
credito alle parole del primo ministro Stoltenberg: "La nostra democrazia
sarà ancora più aperta - solo, meno ingenua".
A questa
ingenuità, e con la tentazione di schernirla, si attribuisce un codice che
prevede la pena massima di 21 anni. Eppure la Norvegia ha la più bassa percentuale
di detenuti, e spende per loro quasi quanto l' Italia, che ne ha venti volte di
più.
La Scandinavia e la Svezia hanno molte facce, dunque. Si può anche descriverle così: quella parte estrema dell' Europa dove si spediscono i rifiuti di Napoli, e che li tramuta in energia.
La Scandinavia e la Svezia hanno molte facce, dunque. Si può anche descriverle così: quella parte estrema dell' Europa dove si spediscono i rifiuti di Napoli, e che li tramuta in energia.
di Adriano Sofri