Anche se la mitologia contemporanea sostiene altrimenti, il
mercato non è un fenomeno strano; è ciò che esiste quando le persone
interagiscono e si scambiano i beni prodotti. La definizione ampia di mercato
è, semplicemente: ciò che la gente fa o sceglie di fare se non viene obbligata
a fare qualcosa di diverso. Non sorprende il fatto che anche l’Unione
Sovietica, “nonostante” la sua retorica anti-mercato, fosse fondamentalmente
basata sui mercati: il mercato internazionale come guida del calcolo economico dei
pianificatori, e il mercato nero interno per l’assegnazione delle risorse e la
distribuzione dei beni secondo le necessità e le preferenze reali della gente.
Il mercato nero, in realtà, era “una caratteristica importante” dell’economia
sovietica.
In altre parole, il mercato è quello che dobbiamo aspettarci
quando lo stato fallisce. O, per essere più precisi, il mercato esiste laddove
lo stato non riesce e sopprimerlo efficacemente o laddove non riesce ad
eliminare l’interscambio volontario.
Così non sorprende il fatto che, come nota The Local,
la Svezia ricorra in massa alla sanità privata per supplire al fallimento dello
stato sociale. Questo è un risultato indiretto della liberalizzazione
relativamente grande dell’economia svedese degli ultimi vent’anni, che ha
portato alla privatizzazione “sperimentale” di alcuni ospedali (tra gli
ospedali privati c’è anche un centro per le emergenze). Se prima era solo
l’élite politica (soprattutto i membri del Riksdag, il parlamento svedese) ad
avere accesso alla sanità privata tramite le assicurazioni, ora il paese gode
di un mercato delle assicurazioni florido e sano.
In principio l’assicurazione sanitaria privata era
prerogativa degli impiegati come parte di un pacchetto di benefici, visto che
questo garantiva un accesso rapido all’assistenza sanitaria e quindi un
altrettanto rapido ritorno al lavoro. Questa tendenza era facilmente
riconoscibile nei servizi, che si basavano fortemente sulle capacità e le
conoscenze dei singoli impiegati. Lavorando in Svezia come consulente
professionale tra la fine degli anni novanta e il decennio seguente, ho potuto
provare e beneficiare personalmente delle assicurazioni sanitarie private
tramite la mia attività. Questo genere di assicurazione, largamente
disponibile, forniva appuntamenti in giornata con il medico di famiglia o uno
specialista. L’alternativa sarebbe stata l’ospedale pubblico e la sala d’attesa
nelle ore di punta, o aspettare almeno una settimana prima di poter vedere il
medico di famiglia.
Io, che ho avuto esperienza personale di entrambe le
alternative, posso dire che differiscono come la notte dal giorno. Mentre i
mezzibusti dei media parlavano delle assicurazioni come di una “autostrada” per
“i ricchi”, l’effetto netto per la già oberata sanità pubblica fu un alleggerimento
della domanda. Come era da aspettarsi da un cambiamento verso il mercato,
affidarsi (limitatamente) al mercato della sanità significò un miglioramento
per tutti. L’unica eccezione era forse quella dei burocrati, che già prima
sfruttavano il potere di controllare direttamente l’assistenza sanitaria.
In Lista d’Attesa
Gli svedesi sostengono di avere una buona assistenza
sanitaria e le statistiche in parte lo confermano. Una statistica recente mette
la sanità svedese al decimo posto mondiale, esclusi i piccoli paesi, per
efficienza. Il sistema di governo decentrato a livello regionale (i governi
regionali, che gravano sulla spesa pubblica per il 10-12%, sono principalmente
responsabili dell’assistenza sanitaria, i trasporti pubblici e le sovvenzioni culturali)
ha sicuramente contribuito, specialmente da quando il sistema nazionale di
pagamenti e garanzie approvato nel 1992 ha aumentato le competenze delle
regioni, facendo pressione sui politici e le amministrazioni ospedaliere.
Il fatto che una persona su dieci rinunci volontariamente
all’assistenza anche quando ne ha bisogno, secondo la relazione dell’autorità
normativa Socialstyrelsen (il 3% non era in grado di pagare l’assistenza), avrebbe abbassato la pressione su tutto il sistema sanitario. A questo si
aggiunge il fatto che la burocrazia svedese è relativamente efficiente,
probabilmente perché il paese è poco popolato e ha una lunga tradizione di
trasparenza governativa e di lavoro duro. Perché, allora, non dovrebbe accadere
lo stesso nel caso dell’assistenza sanitaria?
Il problema principale ovviamente è dovuto alla
pianificazione centralizzata dell’assistenza sanitaria, che sia o meno
pianificata a livello regionale “per competenza”. Sebbene l’accesso e la
qualità siano garantiti per legge, gli svedesi devono comunque fare la coda per
essere visitati. Come si vedrà più sotto, l’attesa può durare giorni o
settimane per un medico di famiglia, o alcune (talvolta molte) ore per le
urgenze, ma il vero problema sono le visite specialistiche, come quelle
chirurgiche, che non di rado impongono liste d’attesa di mesi o anni.
Sui media svedesi si leggono notizie di cattiva assistenza,
liste d’attesa lunghissime e morti dovute a queste ultime. Sempre più spesso si
nega l’ambulanza ai pazienti gravi per ogni genere di intervento, come ustioni
gravi, avvelenamento, infarto del miocardio o emorragia cerebrale.
Il problema delle liste d’attesa in Svezia è citato anche in
un articolo altrimenti elogiativo del New York Times. Questo rimane un grande
problema, nonostante la “garanzia di un’assistenza sanitaria” (entro novanta
giorni). Come in tutti i mercati in cui il consumo è sovvenzionato tramite
tariffe artificialmente basse, o inesistenti, la domanda va alle stelle e chi
offre il servizio non riesce a garantire l’assistenza.
Le assicurazioni private e gli ospedali (semi-)privati
offrono un alleggerimento del sistema che, altrimenti, non resterebbe in piedi.
L’effetto netto è un calo della domanda sugli ospedali pubblici, facilitando la
vita di molti svedesi. In precedenza l’accesso era più difficile, tranne per
chi poteva servirsi di scorciatoie grazie ad amicizie o legami famigliari con
medici, infermieri o altro personale ospedaliero. La mia esperienza personale
parla di quest’ultimo fatto, anche se gli svedesi che vogliono credere nel
sistema lo negano. Il fatto che “conoscere le persone giuste” apra le porte è
sicuramente irrefutabile. Ed è un fatto importante in un sistema socializzato.
Una Cronica Carenza di Fondi
Generalmente, e l’articolo del New York Times non è da meno,
si attribuiscono tutti i problemi, comprese le attese, ad una “carenza” di
fondi. Come notano Jonsson e Banta: “le risorse limitate sono la causa delle
liste d’attesa e altre restrizioni”. Media e politici danno la colpa ai “tagli”,
ma anche senza questi ultimi i fondi sembrano non bastare mai.
Questo è sintomatico di ogni sistema pubblico: i fondi
assegnati non sono, non possono mai essere, sufficienti. Semplicemente ci sono
troppi sprechi dovuti alla mancanza di incentivi e prezzi di mercato. Per stare
al passo con i prezzi senza controllo (o per costringerli a calare, secondo i
punti di vista), chi fornisce l’assistenza sanitaria tende ad impiegare le
stesse tecniche usate in altri monopoli pubblici. Queste tecniche possono
variare con il tempo e i luoghi, ma tutte equivalgono a sfruttare i buchi di
bilancio o ad eludere in qualche modo i limiti del sistema. Tra queste c’è la
contabilità “creativa”, che permette di aumentare le entrate dell’ospedale
dichiarando trattamenti più costosi del reale. Un trattamento nei libri
contabili, e un altro fuori dai libri.
La speranza, ovviamente, è un sistema pianificato
centralmente che abbia tariffe basse (contrariamente al mito popolare,
l’assistenza sanitaria svedese non è “gratuita”). L’assistenza sanitaria è
solitamente di buona qualità. Ma per usufruirne occorrono le conoscenze giuste
o le assicurazioni. Le prime garantiscono soltanto un miglioramento relativo,
mentre le seconde offrono un contratto di mercato. Non sorprende il fatto che
gli svedesi approfittino di questa nuova opportunità per stipulare
un’assicurazione sanitaria.
Il futuro: Svezia o Stati Uniti?
I liberal di sinistra tendono ad indicare la Svezia come
esempio della bontà dello stato sociale allargato. Non hanno tutti i torti,
considerato che la Svezia è un paese che funziona abbastanza bene. Ma è così
nonostante lo stato sociale. La sinistra vive nel passato. La Svezia di cui
parla sta per un terzo negli anni settanta e per due terzi nella loro
immaginazione. Il fatto è che lo stato sociale svedese si sgretolò agli inizi
degli anni novanta; fu schiacciato dal suo stesso peso dopo più di venti anni
di decadenza.
Il successo della Svezia attuale è in parte un’illusione e
in parte una storia di mercato. È una illusione perché anche i paesi a cui
viene paragonata sono stati sociali (o, nel caso degli Stati Uniti, uno stato
sociale e bellico); essere il meglio del peggio non è qualità reale. E poi è
una storia di mercato perché più di vent’anni fa la Svezia ha cominciato ad
abbandonare lo stato sociale, intrucendo prezzi di mercato e proprietà privata,
“sperimentando” incentivi simili a quelli del mercato per l’assistenza
pubblica, e tagliando le tasse.
La Svezia non ha fatto abbastanza, ma sembra andare nella
direzione giusta. Cosa importante, tanti altri paesi non vanno nella stessa
direzione, e questo spiega le condizioni finanziarie relativamente forti del
paese.
Per contro, gli Stati Uniti vanno verso l’immagine
progressista distorta che si suppone che sia la Svezia. Mentre la Svezia adotta
un sistema che include quella che sembra una vera assicurazione sanitaria,
l’America passa da un sistema ibrido, descritto erroneamente come sistema
assicurativo privato, a uno completamente pubblico sulle tracce di Obamacare.
källa:P. Bylund/Instituto Mises HispanoTrad. E. Sanna. |
Mentre gli Stati Uniti imboccano la via della schiavitù, il mercato sembra conquistare la sanità svedese.
FoF