lunedì 5 agosto 2013

“Chi parte sa da che cosa fugge ma non sa che cosa cerca”

ll suolo patrio vi sta stretto? Siete delusi da una defatigante (e spesso inutile), ricerca di lavoro? Credete fermamente nelle qualità personali, nel merito? Vi sentite sprecati in una nazione dedita a tagli di spesa lineari, alla prassi della raccomandazione (se non proprio della corruzione)? Se siete aspiranti cervelli (o braccia, o gambe) in fuga, e state considerando seriamente la possibilità di espatriare, dovrete dapprima scegliere accuratamente la destinazione finale, e quindi scoprire tutti i trucchi del vostro nuovo Paese di residenza.
Le mete: Scartate subito Stoccolma  ed anche il resto della Svezia!!! Che con tutti questi cervelli, ne arrivano a decine tutte le settimane, tra poco non se ne potrà più, anzi, non se ne può più già adesso.
Scartate anche le nazioni dove stanno peggio di noi (come Spagna e Grecia) e puntare invece a quelle dove comincia a vedersi un barlume di ripresa. In Europa, due sono le nazioni più gettonate, da parte di quel 38,4 per cento di giovani italiani che non riesce ancora a trovare un lavoro: Germania e Gran Bretagna.
Chi sceglie nazioni emergenti e in forte sviluppo può invece optare per “patrie adottive” meno a portata di mano. Il Brasile, la Cina, la Turchia, per esempio. Senza mai dimenticare che esistono nazioni dallo stile di vita più familiare, seppure molto lontane, che possono essere prese in considerazione, come l’Australia e la Nuova Zelanda. C’è poi da tenere in conto la questione della lingua: se parliamo già correntemente l’inglese, o piuttosto il cinese, saranno le nostre capacità già acquisite a decidere per noi. Altrimenti, bisognerà tenere in conto un duro lavoro di apprendimento e di perfezionamento. Per non sembrare, sempre e comunque, “stranieri”.
L'azione. Una volta presa la decisione, bisogna passare alla raccolta sistematica di informazioni. Quali sono le procedure per l’immigrazione? Come si apre un conto in banca, dove trovare alloggio, come approcciarsi a un possibile datore di lavoro? Il primo passo dev’essere la consultazione degli appositi siti per l’immigrazione. Quello australiano, per esempio - http://www.immi.gov.au/immigration/ - è molto ricco di dati e soprattutto di mansioni lavorative richieste. Partire senza consultarlo sarebbe folle. Poi c’è un mare di siti web dedicati a genuini cervelli in fuga. Viviallestero.com è particolarmente fornito di annunci tematici. Mollotutto.com è invece più dedicato a racconti personali di espatriati che raccontano la propria esperienza. C’è Guido che spiega come fare per trasferirsi nel paradiso caraibico di Isla Margarita; Patrizia racconta come ha trovato la felicità in Venezuela; Freddie scrive perché ha deciso di lavorare per una organizzazione umanitaria in Kenya.
Molti siti sono ricchi di consigli su come evitare le fregature; ci sono anche agenzie specializzate che organizzano tirocini, soggiorni lavorativi e “misti”, che prevedono studio e un impiego part time.
Un'occhiata ai dati. La voglia di “cambiare aria” è tale che, secondo l’Istat, le cancellazioni di italiani dall’anagrafe per espatrio sono aumentate del 26,5% dal 2010 al 2011. L’Eurispes indica invece nel 60% la percentuale di italiani tra i 18 e i 24 anni che si dicono disposti a emigrare pur di trovare un lavoro. Il fenomeno ha creato anche un filone editoriale ed è nata una nuova serie di guide dedicata a:Come trasferirsi e vivere all’estero”. L’idea è di Fazi (editore romano da poco tornato indipendente), che ha già pubblicato “Strano ma Londra”, di Mattia Bernardo Bagnoli. Altri due titoli nella stessa collana “Le Meraviglie” sono in uscita in questi giorni: “Mio Rio” di Attilio Caselli “Shangai (Mai dire Mao)” di Michele Soranzo, ciascuno al prezzo di 14 euro. Il libro dedicato alla metropoli cinese è curato da un italiano che vive a Shanghai dal 1987 e che gestisce il sito www.vivishanghai.com dedicato proprio ai connazionali. Caselli vive invece a Rio da oltre dieci anni: prezioso il suo contributo per ottenere semplicemente il visto o come muoversi nei quartieri più difficili. «Molti genitori ci hanno ringraziato per aver evitato guai ai loro figli», dice la editor della collana, Alice Di Stefano.
Attenti al Londonistan. “Mai dire Londra” spiega, con cura dei dettagli e un po’ di sana ironia, tutti i passi da compiere per diventare perfetti londinesi. Dal primo acquisto di una Oyster Card (la carta ricaricabile dei servizi pubblici) all’apertura di un conto in banca, passo che può racchiudere amare sorprese, specialmente se non si ha una credit history nel Regno Unito.
(källa: il  Messaggero del 28 maggio 2013)
Impresa di non poco conto è anche l’affitto di una casa (l’avreste detto?) e non solo perché dovrete confrontarvi con gli agenti immobiliari, che fanno sempre gli interessi dei proprietari. Il libro è pieno di “trucchi” (anzi, “salvagenti”) appresi con l’esperienza personale dell’autore. Meritano quindi ascolto. Ma il vero ostacolo per un italiano che non voglia sembrare (agli orecchi dei britannici) un personaggio dei Sopranos dovrà coltivare soprattutto la lingua e cercare di togliersi quel benedetto accento. Sembra facile…!
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domenica 4 agosto 2013

"Credevo che fosse amore, invece era un gommone..."

Guardo quel pescatore, sul gommone ultimo modello!  
La domenica mattina a pescare sul litorale di Civitavecchia, la speranza di pescare tanto pesce, da portare a casa, da Lei che sprizzerà di gioia, la fedele mogliettina che lo cucinerà con tanto amore, al profumo di aglio e prezzemolo. 

La signora solitaria, 
coi pantaloncini corti, un vezzo, le gambe ancora belle, che tenerezza! Una vecchiettina a passeggio sul lungomare, ancora innamorata della vita. Cammina a passo lento ma sicuro, pensa al marito rimasto a casa, anche lui un po sù con gli anni, ma la convinta a farsi il suo bel giro domenicale, tanto alla ”mezza in punto” arrivano i figli col pranzo già pronto, tutti intorno alla tavola imbandita, una famiglia italiana, serena. 

La giovane coppia col passeggino griffato,
guarda come è tranquillo il bebè, tra poco si addormenta. Un’altro bambino, com`è bella la vita, chissà quante soddisfazioni ci daranno in futuro,i nostri tesori, che gioie, sicuramente quelle notti in bianco verranno ripagate…

Camminano a passo svelto, le due signore, power walking,
la solita ginnastica domenicale, sempre insieme, amiche del cuore dai tempi del liceo, che cosa non sanno l’una dell’altra? Le storie d’amore sono  passate e venute, i figli crescono velocemente e diventano bontà loro indipendenti, i mariti a volte preferiscono guardarsi la formula_1 in tv, ma l’amicizia è forte e le sostiene anche quando la voglia di passeggiare non è poi così tanta.  

La ragazza seduta sulla panchina del viale,  
con i corti capelli rossi tirati indietro, fa caldo anche se il cielo è nuvoloso.  Si è messa lì, con il computer portabile rosso ultimo modello in grembo, a scrivere, forse è una futura scrittrice, ci sono altri sulla panchina, una coppietta, giovani come lei. Si abbracciano teneramente prendendosi in giro con simpatia, no, non la distraggono neanche un pò, anzi la fanno pensare al suo fidanzato che stasera la porterà fuori.  Non vede l’ora! 
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Forse il pescatore sul gommone sta pensando:
 "Accidenti a mia moglie! Non la sopporto più, parla, parla, parla, le vacanze in Sardegna, cosa ci portiamo, dobbiamo davvero ospitare i tuoi amici così noiosi?"  È quasi dovuto scappare da casa povero tapino, afferrando a stento la canna e il molinello, che poi non serviranno a niente, perché di pesci ne prende veramente pochi, mica è un bravo pescatore lui, ma almeno non la sente più, qui sul lungo mare della "Piccola Città", quella voce stridula che lo ossessiona da quarant’anni. 

L`anziana signora in calzoncini corti è rimasta sola da poco; quel perdente (buon’anima) del marito l’ha lasciata con poco, una misera pensione, una casa che non può più permettersi, così deve chiedere l’elemosina a sua figlia e a quel farabutto di suo marito, che poi la tratteranno da ospite non voluta. Meglio gettarsi in mare, ecco, se solo ne avesse il coraggio…

Crepa di sonno, la giovane mamma col passeggino griffato, un`altra nottata ad aspettare l’alba; quel bambino che non fa altro che urlare, sveglia poi la sorellina di tre anni che vuole alzarsi e piange. Lamentandosi che si stava meglio prima che nascesse il fratello.  È vero, si stava meglio anche prima dei figli, tutti e due, e del marito, che certo se la passa meglio, scappa al lavoro di buon umore, la sera torna “cotto” ed esige una notte tranquilla, insomma lui è l`uomo di casa e provvede alla famiglia, e che cavolo… Mentre lei, la mamma,  che fa tutto il giorno? Niente. 
I bambini sono così buoni, che fortuna trascorrere le giornate con quegli angioletti, mentre lui…lui si che lavora…Adesso è lei che domani mattina vorrebbe scappare, per non tornare la sera. Propio così, abbandonarli, andare ad imparare il flamenco in un barrio di Siviglia adesso che è ancora bella e piacente, prima che le vene varicose inpietose appariranno sulle sue belle gambe…

Non hanno più niente da dirsi, le due signore, power walking, che amiche non lo sono mica sono tanto, troppa invidia e competizione tra loro, una con la villa con piscina nella zona trendy della città, l’altra appartamento in un quartiere popolare. Distante anche dalla piscine comunale, ma deve fingere di essere felice per la “cara” amica che ha un consorte di successo che nuota nei soldi; ma tra poco la manda a quel paese, le dice che ci sta uno schifo col bikini, che ha delle cosce da ippopotamo e dimostra dieci anni di più; e ora, “nun t’areggo più.”

Ma è possibile che non ci sia una panchina vuota? si domanda, fremente di rabbia, la ragazza con i capelli rossi. 

Vuole solamente un pò di pace, chiede troppo? Si è comprata il computer portabile rosso ultimo modello così almeno sembra che di belle cose ce ne abbia anche lei; carissimo, accidenti, quest’aggeggio, però può scrivere cose bellissime in alta tecnologia e qualcuno la invidierà pure.  
Come quei due inbecilli sulla panchina che si sbaciucchiano continuamente, dicendo cretinate, tutto sprecato, tanto si lasceranno presto, si sa;  lei lo mollerà perché troverà di meglio. Magari con il gommone ultimo modello e lui finirà con l’odiare il lungomare di Civitavecchia e il Mare Nostrum per tutta la vita.  Che cretino, sto` ragazzo, non ha ancora capito che non ci si può fidare delle donne, tutte ****** sono…!!! 

Buon fine settimana da nonno Franco.  

venerdì 2 agosto 2013

Se abbandoni il tuo cane… stai attento!!!

Prima settimana d`agosto in Italia: Pronti via, iniziano le vacanze e tutti o quasi sono pronti a partire. Da tempo si è organizzato il viaggio, cercato la meta, praparato tutto nei minimi dettagli...
Già, ma qualcuno ha dimenticato di avere un animale domestico... o forse no?
C'è chi ha pensato a sistemare i propri compagni di coccole in modeste pensioncine o in sfarzosi centri per animali, chi ha deciso di provare una vacanza diversa portando con sè il proprio animale e chi da tempo (come me...) fa questo tipo di scelta. Ma c'è anche chi ha in mente tutt'altro che un pensiero d'amore per il proprio animale: l'abbandono.
Sapete che fine fa un animale abbandonato?
Sicuramente tutti voi che leggete siete stati almeo una volta nella vita lasciati dalla persona che amavate, un fidanzato/a, qualcuno di voi ha perso un parente o un amico caro... Non voglio far riaffiorire dolori passati, ma pensate al senso di abbandono che avete provato nel momento di queste perdite... ecco cosa prova un animale abbandonato!
Si forse brutale come esempio, ma forse fa riflettere un con un po' di rabbia al fenomeno dell'abbandono di animali!
L'abbandono dei cani e' un fenomeno grave che aumenta in modo preoccupante prima di ogni estate. Particolarmente in questo periodo un gran numero di cani vengono abbandonati dai loro padroni che vogliono andare in vacanza senza problemi.
Gli amici di un tempo, magari ormai cresciuti, non piu' teneri cuccioli, sono diventati un ingombrante fardello di cui ci si vuol liberare. Purtroppo questa condotta incivile di molte persone, ci costringe ad impegnare ingenti risorse pubbliche per riparare a situazioni che non dovrebbero nemmeno crearsi se, noi cittadini, rispettassimo alcune semplici norme di comportamento nei confronti dei nostri amici a 4_zampe. La sola fortuna di chi abbandona gli animali è che loro non possono parlare. A loro manca la parola, ma se potessero parlare avrebbero molto da dire. 
Migliaia, ogni anno, gli animali abbandonati: il problema è più evidente nei mesi estivi, quando il cane o il gatto sembrano un problema irrisolvibile, un problema che addirittura sembra mettere in forse le vacanze dei padroni. E così dopo la convivenza, dopo i bei momenti passati insieme, dopo averli nutriti e fatti sentire a casa, migliaia di animali vengono lasciati per strada senza nessun rimorso. E se loro - gli animali - non possono parlare, gli uomini giudicano e la legge condanna: l'abbandono è un reato!! 
Non riesco a comprendere un simile gesto, non intendo accettare scusanti, compromessi, non voglio sentire nessun MA o SE!!  Se si sceglie di condividere la propria vita con un animale si sa in partenza che vi sono delle rinuncie o dei sacrifici da fare. Un animale non è un giocattolo di compagnia! Non esiste ragione per abbandonare un animale in mezzo ad una strada, è un atto di codardia e di irresponsabilità verso chi ha riposto la sua totale fiducia in te e che ha incondizzionatamente donato la sua fedeltà verso il proprio padrone. 
Non sono per la violenza e non sono per la repressione, ma in casi di abbandoni dovrebbe essere applicata una specie di giudizio popolare! Quasi mai gli individui che mettono in atto il gesto di abbandonare vengono colti sul fatto, bè io dico: "ABBIATE PAURA!! Perchè se qualcuno con un pò di buon senso come me... dovesse vedervi avrei (o avremmo) pieno diritto a condurvi in polizia a forza di calci in culo...!!!! "
 

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.