mercoledì 20 agosto 2014

Una gita fuori porta


Io me lo sentivo che prima o poi doveva succedere, così ieri sera dopo tanti anni, sono ritornato ad Allumiere per una cena in un noto ristorante che da molti decenni è parte parte integrante della storia del paese…

la signora che lo gestiva, passata a miglior vita non c'è più, c'è Egisto e figli, che nel circondario sono molto famosi, anche se apprezzati al 50%, nel senso che c'è un 50% di opinioni entusiastiche, e un 50% di quelli che non ci tornerebbero mai più, nemmeno se li pagate.... Mi ricordo che tanti anni fa il locale era un pochino più dimesso, una grande stanzona con entrata sul retro, e una piccola stanza sul lato della piazza, con pergola esterna in estate. Adesso è tutto rifatto, con pietre a vista, bottiglie infilate negli angoli, bancone e erogatore di acqua, mentre la pergola ha i tavoli e le sedie in plastica.
ieri sera ci siamo stati di nuovo, in questo posto, e per il caldo che faceva, un posto all'esterno ci faceva gola, ma quando siamo stati accompagnati in loco, per noi,in_4 c'era a disposizione solo un minuscolo spazio all'angolo, con i tavoli e le sedie in plastica, e io ho preferito rimanere all'interno, in fondo climatizzato, con il tavolo e le sedie di legno, e con tanto spazio, anche bello, intorno, e così non ho patito nemmeno l'umidità della serata.....

Ma la cosa non deve essere garbata, in quanto battutine, modi bruschi e risposte con muso, ci hanno fatto intendere così... Comunque ci hanno portato il loro "classico antipasto", e cioè bruschettine con pomodori, prosciutto locale, verdure e formaggi, e quindi ci hanno chiesto come intendevamo procedere. Abbiamo preso tutti e quattro la pasta fatta in casa con melanzane, pomodori e verdure, e quindi, ma solo perché sono famosi per la carne, gli altri hanno insistito a mangiare anche una porzione di coniglio alla cacciatora, un filetto e 2 salsicce, con cicoria ripassata....e qui bisogna aprire una parentesi perché le salsicce locali sono particolari, con molto pepe e aglio, un pochino pesantucce, il filetto è di vacca maremmana, una bella vacchetta bianca tenuta allo stato brado, che a volte si incrocia sulle strade per Allumiere, e quindi muscolosa, dura, ma di carne ottima, e il coniglio alla cacciatora, dalle queste parti è in bianco e con l'aceto, con tanto tanto aglio e rosmarino, un tipo di salsa che permette di mangiare di tutto, dal cibo insapore a quello troppo saporito, e che rende la carne morbidissima, la cicoria ripassata non è quella coltivata, o il radicchio rosso, ma un'erba simile al tarassaco, che fa i fiori blu, che si raccoglie dove pascolano le vacche, amarissima, viene cotta con peperoncino e tanto aglio, tanto per non perderci gusto.....non piatti leggerissimi, che si sono potuti mangiare proprio perché eravamo dentro, al fresco e senza umidità.

A seguire caffè. E a casa bicarbonato.
Vino rosso locale.
160euro

Nel frattempo il trattamento ruspante e sbrigativo, può piacere oppure no, a me non piace, e nemmeno il conto m'è piaciuto, ma in fondo non ero io che volevo andarci e nemmeno ho pagato: Ben gli stà.

Posto ideale, però, per chi ama il cinghiale, qui da piccolo mi forzarono per farmi mangiare la bistecca di cinghiale alla brace.....facendomi scoprire di non essere il tipo che mangia cacciagione, purtroppo.
Buonanotte a tutti.

lunedì 18 agosto 2014

Pizzeria Angelina


Oggi, (anzi ieri…) sono andato a mangiare la pizza con quattro coppie di amici, amici di vecchia data, tra cui il mio migliore amico Marcello arrivato appositamente da Roma con la sua dolce metà svedese Magga (Magdalena.)
Marcello è stato il mio primo amico (in Svezia)..strano a dirsi..ma non ci vedevamo più ormai da una decina d`anni, salute, problemi, traslochi tra Roma e Stoccolma poco tempo, insomma un pò alla volta ci stavamo perdendo di vista ed è un vero peccato permettere che questo succeda ma come capita con i veri amici ci siamo sentiti subito " a casa" e poi a tavola ci siamo rigorosamente divisi tra maschietti e femminuccie (succede anche a chi ha abitato  in Svezia tutta una vita…)..che bello chiacchierare,raccontarsi e ridere con gli amici e vedere le femminuccie che facevano altrettanto, Si mi son davvero mancati i miei amici...e che bello ritrovarli...la prossima volta però faremo la tavolata mista…mi sono mancate anche le amiche…!

Buon lunedì a tutti! (a me ci vuole propio...)


domenica 17 agosto 2014

Il mio posto della fragole

Il mio posto delle fragole: me lo ricordo com’era allora, dolce, vibrante, il verde era di smeraldo, il blu uno zaffiro liquido mi ricordo che il sole c’era sempre, anche quando non c’era, perché me lo sentivo dentro con l’abbaglio della gioventù. La gioia nel guardarlo, ammirarlo, tuffarmici dentro, viverlo, con la pelle e l’anima, era lo scopo delle mie giornate. A volte non pensavo ad altro: solo quel posto amico esisteva. Lo sognavo la notte, poi il mattino la mia prima corsa in bici, il primo sobbalzo al cuore. Poi tanti altri a seguirlo. Andarmene faceva male. Ma non potevo fare altro, non capite? Non avevo altra scelta, in preda a rigide regole che non potevano cambiare.
Lasciare il posto delle fragole mi faceva soffrire. No anzi, sanguinavo. E solo il suo continuo pensiero mi dava forza per continuare. L’avrei rivisto tra poco, in fondo, coraggio… Un giorno però il viaggio fu più lungo (scelta mia).Ma gli anni di lontananza me lo resero sempre più bello, anche se un pò(poco poco) sbiadito. Lo cancellavo con violenza, quando mi veniva in mente, forte ancora, anche struggente, il desiderio mai appassito, la voglia di immergermi acuta…
Fu diverso, dunque, il mio posto delle fragole, quando ieri me lo ritrovai di fronte all’improvviso. Trattenevo il fiato, non sapevo che sentire, che pensare, sarebbe stato diversissimo stavolta, cambia tanto il mondo, la storia, e anche i posti, con nuove aggiunte, qualche perdita, forse importante… Ma no, mi sentii battere il cuore quando il mio sguardo lo accarezzò di nuovo, ma cercai tanto di controllare quei sentimenti clandestini e segreti.
Splendido come allora, il mio posto delle fragole. Sì, mutato, in qualche aspetto, i pini abbondanti della mia amata pineta un pò più scarsi, appena appassiti. Ma non meno cari. Forse di più. Sì, tanto di più, e le emozioni celate resuscitarono, esuberanti, eruttate dal vulcano che mi era diventato il cuore. Cambia tutto ma non cambia niente. Riafferrare quel passato con la rabbia dello spreco degli anni. L’ira e lo strazio, l’ingiustizia. Poi la possibilità (concretissima!) di dipingerlo di nuovo, con tenerezza e anche col fuoco, renderlo ancora fremente e prezioso.
Lentamente, il mio posto delle fragole si ritrasse nell’oscurità, sempre lì, sotto lo stesso sole. Ma non ne assorbiva più il calore. Né la vita. Difficire vederlo, rassegnato all’anonimità, un posto come tanti. Mi fa angustiare trovarlo così, risoluto ad avvolgersi in quel manto insipido. Che fare, dunque? Bisogna continuare, allontanarsi con fermezza, anche girare la pagina. Ce ne sono tanti di posti delle fragole in questo nostro meraviglioso mondo, e il richiamo mi infonde nuova speranza.
Posti abbaglianti, da toglierti il fiato, lontani ma anche vicinissimi, seducenti tutti. Sì sono diversi, ma non meno dolci. Certo meno amari. Che svanisca pure, allora, `sto posto delle fragole stanco. 
I'm moving on.

venerdì 15 agosto 2014

Feriae Augusti

Il Ferragosto è una festa tipicamente italiana, letteralmente sconuscita in Svezia, che ha origini romane. Il termine, infatti, deriva dalla locuzione latinaFeriae Augusti, ad indicare il mese dedicato al riposo dell’imperatore Ottaviano Augusto. Egli, infatti, nel 18 d.C. decretò che l’intero mese di Agosto (che da lui prende il nome, sostituendo l’antico Sestilis, ovvero quello che era considerato il sesto mese dell’anno) fosse dedicato a varie celebrazioni, tutte volte a consacrare la fertilità dei campi. Uno dei riti fondamentali era quello dedicato alla dea Diana che veniva festeggiata il 13 agosto. Altre divinità cui si chiedevano i favori, allo scopo di ottenere un buon raccolto, erano: Vertumno, dio delle stagioni e della maturazione dei raccolti; Conso, dio dei campi e Opidea della fertilità, la cui festa, Opiconsiva, cadeva il 25 del mese.
Come molti riti che venivano celebrati dai Romani avevano origine orientale, anche le Feriae Augusti erano ispirate alle celebrazioni che si svolgevano in Siriain onore di Atagartis, patrona della fertilità e del lavoro dei campi..
Proprio perché i contadini avevano una parte importante nella coltivazione dei campi e dal loro lavoro dipendeva la qualità del raccolto (la quantità, infatti, era soggetta all’influenza delle condizioni atmosferiche), era prevista per loro da parte dei padroni una sorta di “mancia”, che in età rinascimentale fu resa obbligatoria dai decreti pontifici.
In tutto l’impero romano, accanto ai riti in onore degli dei venivano organizzati degli eventi per mezzo dei quali si intratteneva il popolo, anche perché in questo modo Augusto otteneva l’approvazione e la fedeltà dei suoi sudditi: assai gradite erano le corse di cavalli e gli animali da tiro, come asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Alcune di queste tradizioni sopravvivono ancora: la più famosa è, senza dubbio, il “Palio dell’Assunta” che si svolge a Siena il 16 agosto.
Ma perché, dunque, ancor oggi si festeggia il Ferragosto, seppur ridotto ad un’unica giornata di festa, cioè il 15 del mese? Perché, come spesso avviene, tradizioni così antiche si tramandavano di generazione in generazione attraverso i secoli e, con l’avvento del Cristianesimo, la Chiesa dovette dare un senso cristiano alla festa pagana: ecco che alla pagana dea Diana si contrappone laSanta Madre di Gesù e il 15 agosto, Ferragosto, diviene il giorno in cui si celebra l’Assunzione in cielo della Vergine Maria . L’unico trait d’union tra il rito romano e quello cristiano è la connotazione che Maria assume non più come madre-terra ma come colei che ha portato in grembo il Figlio di Dio.

Capito??? Io non tanto...!!! Comunque buon Ferragosto a tutti!!! (Anche a quelli rimasti in Svezia...!!!)



Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.