Manca solamente una settimana per un`altra corsa. La seconda o terza quest`anno… non
ricordo bene. Sarebbe: torno a casa. Nella mia piccola città, la prima ed unica
al mondo. Non so ancora quanti giorni, so solo, che voleranno via come gli anni
che ho trascorso senza venirci. Ma lasciamo il passato al suo posto nell’ombra;
si guarda avanti, per costruire altre storie. E ne voglio costruire di storie
io, con quello sfondo malinconico che mi accoglie ogni volta, quando mi
sprofondo di nuovo nel mio natural habitat.
Sarete lì,
lo so, mie care strade e traverse, diverse, ma lo stesso non cambiate. Perchè
c’è quel feeling su ciascuna di voi - che sia un odore, un suono o solo la voce
dei miei ricordi - che vi rende uniche al mondo. Che mi offri, piccola città,
stavolta? Di che mi fai venir voglia? Di rincorrere sogni mai esauditi, o
appena assaggiati, diciamo un morso, un sorso, di quel desiderio profondo,
insaziabile, di prendirmi tutto, viverlo alla grande, e poi gridare al mondo
che no, non ne ho di rimpianti, neanche uno… Magari.
Non siamo cambiati in
fondo, solo un po più di diffidenza, cinicismo, e - purtroppo – una tragica
rassegnazione. Ma io no! Mai rassegnato, mai disteso a terra a farmi calpestare
dagli eventi che dovrebbero essere inevitabili, è la vita, e tutte`ste
schifezze che si dicono quando si accettano le catene della vigliaccheria.
Allora speziamole, le catene! Siamo più forti noi lanciati nel delirio gioioso
della vita vissuta in pieno, al massimo, dono stupendo e fuggente. Accoglimi, piccola città, tra le tue braccia antiche, sorprendermi…Eccomi a te, esule,
figlio prodigo, cittadino del mondo, pronto a tuffarmi di nuovo. Anche
se nuoto male. Mi prendi?