Nel resto d'Europa si parla molto del "modello
scandinavo". Nella realtà la Svezia, che e stata all'avanguardia in tanti
aspetti dello stato sociale, adesso non fa che perdere terreno rispetto al
resto delle nazioni europee. Il
welfare svedese è sceso al di sotto di quello tedesco, la disoccupazione
aumenta, sulle strade sempre più sconnesse circolano automobili sempre più
vecchie.
Svezia, Finlandia e Danimarca. Ciò che oggi caratterizza questi paesi è un alto livello di flessibilità del lavoro, un po' come in Inghilterra, ed un alto livello di protezione sociale, come quella ancora in vigore nell'Europa continentale.
Un modello scandinavo noto in Italia
In particolare nella sua versione svedese, il modello scandinavo è un'applicazione fedele dell'antico sistema di controllo bancario veneziano. A partire dal 1933 questo sistema ha messo radici profonde sotto il governo praticamente ininterrotto della socialdemocrazia strettamente alleata alla principale famiglia bancaria, i Wallenberg, che allora dominava varie fazioni industriali che erano decisamente forti ed importanti.
A quell'epoca le forze della Sinarchia riuscirono ad imporre la loro politica riorganizzando la società in chiave nettamente corporativista. Questa è la base del sistema che fu varato da Mussolini in Italia, il fascismo, ed è una forma di falso potere al popolo. Il fascismo utilizzava le varie associazioni popolari controllati dall'apparato statale come strumenti per dominare il paese. In tal modo il partito fascista poteva pretendere di avere una sua base popolare, raccolta nelle diverse organizzazioni che ne avallavano le decisioni, che copartecipavano, e diventavano corresponsabili delle decisioni anti-popolari del governo. I banchieri si facevano sentire attraverso i propri esponenti in parlamento, nelle amministrazioni e soprattutto nel governo, contanto su esponenti di spicco come Volpi di Misurata.
In Svezia i socialdemocratici, il partito degli agricoltori e le forze finanziarie attorno ai Wallenberg controllano corporativisticamente lo stato, compreso il monopolio statale su radio e televisione, tramite le numerose associazioni popolari di lavoratori, agricoltori, impiegati, consumatori, donne, giovani, ecc. Mentre il parlamento è sempre eletto dal voto diretto dei cittadini, in pratica è diventato ostaggio delle decisioni prese dal concerto delle organizzazioni che egemonizzano gli enti di governo e l'amministrazione pubblica. In Svezia sono quasi assenti le NGO (Organizzazioni non governative). Quelle esistenti sono collegate allo stato o alle strutture corporativiste che lo controllano.
Quindi esistono le GONGO: Government-operated non-governmental organization. (Organizzazioni non governative orientate dal governo). Rappresentano lo stato di fatto e nel contesto della generale gestione corporativista della società sono soggette all'influenza diretta dei banchieri, della politica oligarchica. Quest'alleanza tra istituzioni di potere e le principali forze finanziarie è stata appropriatamente bollata da Lyndon LaRouche come un movimento fascista dal volto democratico.
Mentre i
regimi di Mussolini, di Hitler e di Franco sono stati spazzati via, questo
sistema corporativista è sopravvissuto in Svezia fino ai nostri giorni.
Ad esempio,
tutto il mercato del lavoro è ancora governato dagli accordi tra queste forze
corporativiste e non dalla legge approvata dalle procedure democratiche di un
parlamento ed un governo. Persino l'apparato giudiziario che si occupa delle
dispute riguardanti il mercato del lavoro è gestito da queste
organizzazioni/corporazioni del mercato del lavoro. L'associazione dei datori
di lavoro è controllata dalle imprese dell'export dominate dai Wallenbereg e i
sindacati sono dominati dalla socialdemocrazia.
Questo significa che chi non è da essi rappresentato, come le piccole e medie imprese e i disoccupati, non ha in pratica alcuna voce in capitolo.
Questo significa che chi non è da essi rappresentato, come le piccole e medie imprese e i disoccupati, non ha in pratica alcuna voce in capitolo.
Disoccupazione reale al 18%-20%
La disoccupazione reale è diventata l'elefante nel salotto che si pretende di non vedere. La disoccupazione continua a crescere al di sopra della soglia del 4% al di sotto della quale il governo si era impegnato a mantenerla. Il mercato del lavoro in Svezia ha perso circa 19.000 posti solo nello scorso anno, a febraio 2013 secondo l`arbetsförmedlingen ( ufficio di collocamento ) la disoccopazione era al 8,5%, per un totale di 427 000 lavoratori. È significativo che metà dei lavoratori e delle lavoratrici sono nella fascia d'età compresa tra i 15 e i 24 anni. ( il 24,5% sono senza lavoro)
Gli sforzi
per ridurre la disoccupazione con la globalizzazione dei banchieri, con la
speculazione, con l'austerità e con la politica del post-industriale si
limitano ad intervenire sulle cifre da rendere pubbliche ma non creano, anzi
distruggono i posti di lavoro reali. Ci sono i tanti programmi di lavoro
inutili o quasi, di addestramento, di riqualificazione, di prolungamento degli
studi, di prolungamento delle
assenze per malattia e di pensionamento anticipato attraverso i quali si riesce
a contenere le cifre della disoccupazione ufficialmente ammessa. Sono tanti i
giovani, gli immigrati e i lavoratori indipendenti che non vengono mai
registrati nella forza lavoro, i giovani rimangono in famiglia e gli altri
vivono di assistenza sociale e qualche risparmio.
Jan Edling |
Jan Edling, economista del LO, dopo cinque anni di studi scrisse un rapporto in cui si la disoccupazione reale si calcolava tra il 20 ed il 25 per cento. Era troppo e la confederazione sindacale censurò il rapporto. Endling si è dimesso ed ha poi rivelato l'intera storia.
Il modello scandinavo per l'Europa
Ciò che in Europa viene propagandato come il modello svedese in realtà è ciò che il prof. Lars Calmfors propose per la Germania nell'articolo "Apprendere dalla Scandinavia", pubblicato nell'edizione tedesca del Financial Times il 26 giugno 2004.
Applicato in forma meno rigorosa anche negli altri paesi scandinavi, il modello Svedese non interviene sui livelli salariali ma controlla e manipola piuttosto i livelli di vita attraverso l'intervento dello stato. Se un aumento salariale ottenuto nella trattativa sembra troppo elevato, lo stato può tagliarlo con gli interventi statali, che vanno dall'aumento delle tasse, ai vari ticket sui servizi sociali, o al rinvio di riforme. Gli altri strumenti usati per tagliare i salari sono le svalutazioni monetarie e l'aumento dell'inflazione.
L'intero mercato del lavoro corporativista è controllato così capillarmente che si riesce persino a far aumentare il tenore di vita nei mesi che precedono le elezioni e a ridurlo poi nei mesi successivi. Di conseguenza tutti gli svedesi hanno dovuto imparare a riconoscere le differenze tra i salari nominali e il reddito reale.
Continua...
Källa: un articolo di Ulf Sandmark (editerat av Franco Fazio)