Ma aveva inventato tutto. Aveva confessato di aver ucciso
trenta persone, tra cui alcuni ragazzini, ma è stato appurato come non vi
fosse nulla di vero. E' stato liberato.
Bergwall, malato di mente, era incredibilmente riuscito a
convincere tutti: procuratori, medici, avvocati, giornalisti. Non proprio
tutti, però.
Hannes Rastam, un giornalista investigativo della tv
svedese non credeva alle ricostruzioni incerte del presunto serial killer.
Inoltre non è mai stato ritrovato alcun cadavere. Alla fine dopo anni di
silenzio, Quick-Begwall ammise di aver inventato tutto, prendendo spunto
dalle cronache del tempo e dal film "Il silenzio degli Innocenti", da
cui era rimasto profondamente colpito. Begwall non era un serial killer: per
qualche strana ragione, decise di attribuirsi la colpa per dei crimini che non
aveva commesso, probabilmente al fine di attirare su di sé l'attenzione della
cronaca e farsi prescrivere degli psicofarmaci
Rastam ha scritto un libro sulla storia (Quick - Il caso del serial killer sbagliato, Rizzoli), ed è morto il giorno dopo averlo finito, nel 2012. Oggi il «serial bugiardo» deve ringraziare quel giornalista dubbioso se, a 63 anni, è tornato a essere un uomo libero.
Rastam ha scritto un libro sulla storia (Quick - Il caso del serial killer sbagliato, Rizzoli), ed è morto il giorno dopo averlo finito, nel 2012. Oggi il «serial bugiardo» deve ringraziare quel giornalista dubbioso se, a 63 anni, è tornato a essere un uomo libero.
L'ormai ex "mostro", sarà
seguito da uno psichiatra per il resto della sua vita. Il giudice ha
stabilito che il suo disordine mentale "non è grave al punto da
costringerlo a rimanere in una struttura psichiatrica giudiziaria".
Intanto; Quick
potrebbe chiedere un risarcimento allo Stato svedese per la sua vicenda. Nel frattempo
si riaprono le ferite dei parenti delle vittime, i cui killer - quelli veri -
da anni girano a piede libero per il Paese. Impuniti!!!