Il centro di accoglienza dato alle fiamme ieri notte |
Anche questa notte in Svezia è accaduta una serie di incendi che
hanno interessato centri di accoglienza per i profughi, sia quelli operativi
sia quelli in via di costruzione. Secondo la polizia, gli incendi sono dolosi. Da oltre una settimana, si assiste a questo fenomeno, quello
degli incendi appiccati ad immobili destinati a diventare centri di accoglienza, fenomeni che veramente si rischia di perdere il conto, tanto che alcuni Comuni non vogliono più rendere
pubblici gli indirizzi in cui verranno alloggiati i profughi proprio per
evitare incendi dolosi. La polizia svedese, inoltre, ha fatto sapere che non è
in grado di proteggere tutti i centri di accoglienza che, in tutto il paese,
sono oltre 8.000. Nonostante il flusso massiccio di profughi, la maggioranza
degli svedesi si era detta favorevole all'accoglienza di profughi. I media
svedesi, inoltre, compresi i tabloid più orientati a destra, hanno mostrato la
loro solidarietà attraverso campagne stampa a favore dei profughi e reportage
dalle zone di guerra.
Il bus fermo di fronte al centro di accoglienza contestato dai profighi |
Nelle ultime settimane, tuttavia, il clima sta cambiando e
tra la popolazione stanno cominciando ad affiorare i primi malumori, che si
ripercuotono anche sulla grande coalizione di governo, formata da
un'alleanza di partiti di sinistra e borghesi. Alleanza che ora sta
cominciando a vacillare. I partiti borghesi di opposizione chiedono un
cambiamento di rotta, ossia un inasprimento delle leggi che regolano
l'accettazione dei profughi. Si discute, infatti, sempre più spesso della
limitazione dei ricongiungimenti familiari, e dell'introduzione di permessi di
soggiorno temporanei e dell'obbligo dell'autosufficienza, requisito per poter
stare in Svezia.
Gli "Svedesi Democratici", (sempre loro…) partito della destra populista svedese, criticano il fatto che le maggiori uscite registrate per far fronte all'accoglienza dei profughi vengano compensate con il taglio ai fondi destinati agli aiuti dei paesi in via di sviluppo. Secondo loro sarebbe molto più efficace aiutare le popolazioni dei paesi di provenienza di questi profughi, piuttosto che aiutare i richiedenti asilo giunti nel Paese scandinavo, visto che si sono potuti pagare il lungo viaggio fino in Europa e sono considerati, di conseguenza, "relativamente benestanti". Tuttavia anche organizzazioni moderate criticano il governo per il taglio ai fondi destinati agli aiuti per lo sviluppo economico dei paesi più poveri.
Ad onor del vero c`è da aggiungere che ieri sera 35 profughi
in segno di protesta si sono rifiutati di scendere dal bus che li aveva trasportati
al centro di accoglienza. Uno di loro è Abdullah
Waez, 25 anni che ha spiegato la motivazione dicendo: ”Siamo riconoscenti ma
questo posto non è a misura d`uomo e non vogliamo vivere isolati." Per fortuna sembra che a quest`ora siano scesi tutti.
Speriamo in una notte serena.
Gli "Svedesi Democratici", (sempre loro…) partito della destra populista svedese, criticano il fatto che le maggiori uscite registrate per far fronte all'accoglienza dei profughi vengano compensate con il taglio ai fondi destinati agli aiuti dei paesi in via di sviluppo. Secondo loro sarebbe molto più efficace aiutare le popolazioni dei paesi di provenienza di questi profughi, piuttosto che aiutare i richiedenti asilo giunti nel Paese scandinavo, visto che si sono potuti pagare il lungo viaggio fino in Europa e sono considerati, di conseguenza, "relativamente benestanti". Tuttavia anche organizzazioni moderate criticano il governo per il taglio ai fondi destinati agli aiuti per lo sviluppo economico dei paesi più poveri.
Abdullah Waez, 25 anni. Profugo contestatore |
Speriamo in una notte serena.