Rigoletto, atto secondo, scena IV: Palazzo Ducale di Mantova. Il buffone, cui hanno rapito la figlia incontra i cortigiani complici del misfatto e grida “cortigiani vil razza dannata” . E nel libretto si legge: “Cortigiani razza di vigliacchi maledetti a che prezzo avete venduto il mio bene”.
Parole che mi tornano a mente leggendo alcuni blog i quali senbrano aperti solamente per scrivere peste e corna dell`Italia,usando a volte un linguaggio che va oltre i limiti della decenza, ma non è questo che mi preoccupa: di ridicoli il mondo è pieno. Mi preoccupa più il fatto quando quest`ultimi mettono l`Italia in cattiva luce di fronte hai loro nuovi padroni,dopo si meravigliano se gli autoctoni restino disorientati ed evitano di entrare nel merito del dibbattito.Ve lo dico io il perchè: uno svedese non metterebbe mai la Svezia in cattiva luce sia di fronte ad uno svedese e tanto meno di fronte ad uno immigrato, nemmeno sotto tortura. Quindi il malcapitato autoctono di turno al colmo della meraviglia si starà chiedendo in cuor suo: ”ma che razza di pezzo di m***a ho davanti…!” Ed allora il malcapitato/a per togliersi dall`atmosfera di imbarazzo creata dal cialtrone di turno cercherà una via d`uscita diplomatica e vi dirà che: Si,avete ragione voi, è vero Berlusconi è un pagliaccio, ma comunque gli spaghetti sono cotti al dente, il mandolino è accordato ad arte, ed il sole riscalda di più che in Svezia, a questo punto il cialtrone convinto di aver giovato alla causa italiana si toglie finalmente dalle palle del malcapitato svedese convinto di aver fatto un ulteriore passo avanti nella società svedese (esempio di servilismo all`italiana) non sapendo il tapino di aver fatto al contrario, inrimediabilmente un passo indietro.
Misera Italia dei cialtroni provate, se potete, a tradurre questa parola (cialtrone) in svedese, ma anche in inglese..: certo, c’erano e ci sono, restano, e anche continuamente rinascono (ricicciano come si dice a Roma…) queste minoranze cialtrone, anche se sono, certo,si tratti di minoranze a tutti gli effetti, con i loro splendidi lampi di luce
Forse allora la chiave di questo possibile « essere » contraddittorio degli italiani, dei loro vizi come delle loro virtù, andrebbe ricercata proprio nel periodo in cui l’Italia ancora non c’era, ma c’erano curiosamente eruzioni a tappe di lingua e cultura già italiana.
Poveri italiani “diversi,” dentro i quali si sfumano tanti temi e elementi, tratti caratteriali, slanci e paure, tic, come dire, il genogramma degli italiani, anche se non si sa, non si è ancora capito cazzo quando e come questi benedetti italiani abbiano cominciato ad esser tali...E poi, ancora, quali di questi italiani ? Quelli che hanno creato dentro i confini nazionali, o quelli che navigando alla volta del Canada e dell’Argentina, o dell’Australia si sono mischiati con altre culture, come è proprio di tutte le vere culture, e hanno sconfitto la problematicità della loro identità (che quando è "una" fa sempre tremare) accettando il principio della polivalenza? Colombo allora era italiano,o era portoghese? era cristiano o ebreo? E Yves Montand ? E quelli che da fuori arrivano in Italia, « sbarcano » (brrrrr), dalla Romania, o dall’Africa, dall’Albania, e vogliono viverci in questa fragile Italia ?
Forse, i veri italiani sono quelli che son disposti, sia in Italia sia all`estero, ad intrecciare fra loro le lingue gentili del mondo, a ballare il tango e a saltare come i canguri...
Ma per fortuna ! Siamo italiani diversi, ma a volte no…