Che cosa
significa essere italiani, oggi? Prima di tutto sentirsi italiani e contenti di esserlo. Il che non vuol dire
churchillianamente, «sto con il mio Paese (o il mio popolo) giusto sbagliato
che sia». Significa non denigrarsi, attività che ci è molto congeniale, e
essere coscienti che la nostra storia e la nostra cultura fanno di noi un
popolo molto speciale, quali che siano i problemi che dobbiamo affrontare “oggi”
come nazione e Stato. Significa capire che in molti Paesi dell’Occidente
possono esserci realtà, politiche e sociali, migliori di quelle di cui
disponiamo noi: ma questo non significa che ovunque, tutto, sia meglio che da
noi, meglio di noi. (ex.Svezia) con
questa autodenigrazione, così provinciale, finiremmo per ridurci
psicologicamente proprio come quegli extracomunitari che sognano di arrivare in
un Paese «altro», quale che sia.
Essere
italiani, oggi, significa accettare l’evento epocale della globalizzazione
sapendo che non la si può evitare, ma anche che non si deve farsene divorare. E
che l’unico modo per mantenere la nostra identità è, appunto, volerne avere
una, rispettarla, proteggerla. Significa continuare a subire l’Europa unita
(perché l’abbiamo subita, non voluta) senza cedere all’appiattimento che l’Ue
vuole imporre a tutti i popoli europei per formarne un altro, gigantesco e
astratto, senza radici e senza coscienza di sé. Charles de Gaulle parlava di
«una certa idea della Francia», che ai suoi occhi era «come la Santa Vergine di
un affresco medioevale, votata ad un destino eminente ed eccezionale». La
grandeur.
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Ida Magli |
Io Franco sono
italiano da molti secoli e, orgoglioso o no, ci resto! Anche se ho vissuto
in Svezia tutta la vita, non ho mai sentito il bisogno di essere ItaloSvedese e
tanto meno di cambiare nazionalità!! Dunque non posso dire altro che: Viva l'Italia!
Da un articolo di: giordanobrunoguerri.
Una meravigliosa lezione di storia di Benigni