La signora delle nevi si chiama Monica Kristensen, ed nata
a Torsby in Svezia,. Laureata in Fisica, glaciologa, dopo aver passato due anni
a osservare le aurore boreali sulle Isole Svalbard, ha iniziato la carriera di
esploratrice polare che l´ha resa famosa in tutto il mondo e che l´ha portata a
prendere parte a numerose spedizioni in Artico e Antartico (tra le quali una,
molto famosa, sulle tracce dell´esploratore norvegese Roald Amundsen), grazie
alle quali, nel 1989, ha ricevuto dalla Royal Geographic Society la prestigiosa
medaglia d´oro per l´eccezionale contributo dato alle scoperte scientifiche in
Antartide. Nel 1991-1992 ha fondato la stazione di ricerca Blåenga nella Terra
di Coats nell´Antartide occidentale, prima parte del programma Aurora, progetto
di ricerca sul clima.
Monica Kristensen, ha debuttato come scrittrice nel
2007, inaugurando una serie di romanzi gialli ambientati alle Isole Svalbard
nel mar glaciale Artico. Nonno Franco per combattere il sol leone, quest`anno in spiaggia,
vi consiglia di leggere l`ultimo suo romanzo tradotto in Italiano “La leggenda
del sesto uomo” ambientato propio nelle isole Svalbard. Già il posto dà i brividi di
suo: isole Svalbard, mare glaciale Artico.
Metteteci anche che siamo d’inverno,
nel bel mezzo della lunga notte polare, e la natura se non proprio ostile certo
non si può dire sia nemmeno amica. In questo nulla geografico di neve e di buio
una bambina sparisce di colpo dall’asilo ed è per niente facile mettersi sulle
sue tracce, così come non è impresa da poco reggere il crescendo di tensione di
questo noir dalla fine del mondo. “La leggenda del sesto uomo” è firmato
appunto dalla giallista-fisica-glaciologa Monica Kristensen e garantisco che
mette a dura prova la tenuta nervosa del lettore sin dalle prime battute. Sarà
per l’oscurità (climatica, psicologica) che sfrangia di continuo i punti di
riferimento, sarà perché ci sono di mezzo orchi (metaforici) e bambini
smarriti, ma questo è un romanzo che davvero non perdona: ci finirete dentro
fino al collo e il guaio è che non potrete farci niente. La presa della
scrittrice è salda, “consolidata” da diverse escursioni ansiogene all’ombra
delle vette dell’Adventdal, al punto che romanzo dopo romanzo le isole Svalbard
sono una specie di succursale artico-letteraria di Twin Peaks. E’ l’autrice in
persona a lasciare aperta la possibilità:
“due tipi di persone vanno alle Swalbard: - sostiene - chi
ama l’avventura e la natura estrema o chi ha qualcosa da nascondere e
dimenticare”.
Il ghiaccio, il vento, il buio e la geografia sembrano
dunque fatti apposta per reggere il gioco e straniare, nascondere, contraffare
cose, persone e paesaggi. A Longyearbyen niente è fino in fondo come appare: le
mura delle case nascondono segreti, le viscere spalancate della miniera in
disuso potrebbero occultare tenebrose verità (e, forse, anche qualche fantasma)
e le inquietanti leggende che circolano a mezza voce fra gli abitanti della
valle fondarsi su basi veritiere.
Un giallo classico in un contesto insolito: è questa la forza ipnotica de “La leggenda del sesto uomo”, un romanzo che garantisce diversi brividi sulla schiena, anche se poi lo leggerete quest`inverno al calduccio, al riparo rassicurante del fuoco di un camino a casa vostra. Non fatevi illusioni, Monica ha fatto centro e non lascia scampo nemmeno stavolta.