Il quartiere di Kronogården |
Il quartiere di Kronogården è uguale a molti altri in tutto
il Paese: abitazioni nuove, villette bifamiliari a schiera e qualche palazzone
sistemato attorno al centro, formato da negozi, supermarket, scuola e
biblioteca. A Trollhättan come nel resto della Svezia, zone come
questo crescono in fretta per l’arrivo di stranieri che cercano riparo da
guerra e povertà. E prevalentemente da stranieri è abitato Kronogården, così
come ne è frequentata la scuola Kronan, ieri oggetto di un attacco terribile,
una pagina di cronaca che ricorda quanto spesso arriva dagli Stati Uniti dove
la facilità nel reperire armi da fuoco è oggetto di feroci discussioni.
Lavin Eskandar, l`eroe 20enne svedese di origini curde |
Le
discussioni politiche sull’immigrazione sono all’ordine del giorno, con prese
di posizione decise da parte dei movimenti di estrema destra. Ieri, proprio in
contemporanea con la mattanza di Trollhättan, l’agenzia per l’immigrazione ha
riportato che si prevedono dalle 140mila alle 190mila richieste di asilo per i
prossimi mesi, con un costo equivalente a 30 miliardi di corone (poco più di 3
miliardi di Euro) per il welfare. Una notizia che ha costretto il governo
socialdemocratico a correre ai ripari raggiungendo un accordo con il
centro-destra sull’introduzione di permessi di soggiorno temporanei per chi
arriverà nei prossimi mesi, e sulla semplificazione delle espulsioni. Una mossa
vista da molti osservatori come un tentativo per arginare la crescita della
destra radicale.
Gli
Sverigedemokraterna (democratici svedesi) sono, ad oggi, l’unico partito dichiaratamente contrario
all’afflusso di richiedenti asilo in Svezia e sono passati dal
5 percento del 2010 al 13 percento nelle ultime elezioni
svolte nel settembre dello scorso anno. Alcuni sondaggi hanno indicato che il
supporto è in crescita e che, se si dovesse votare nell’immediato futuro, gli SD
potrebbero ottenere fra il 15 e il 20 percento del supporto.
L’ipotesi del ritorno alle urne è supportata dal partito in virtù della crisi
in seno al governo di Stefan Lofvèn. Pur essendosi dichiarati contrari
alla violenza e al razzismo, gli SD sono stati spesso al centro di polemiche
legate a prese di posizione controverse dei suoi principali esponenti come
Bjorn Söder, accusato di antisemitismo, e Kent Ekeroth, ripreso da alcuni
passanti mentre insultava un attore di origini straniere.
A destare
preoccupazione, non tanto per i risultati elettorali quanto per l’atteggiamento
estremamente aggressivo, è stato il Partito degli Svedesi (SvP), una frazione
minuscola, ufficialmente dissolta lo scorso maggio, che sosteneva la superiorità
della razza ed il cui leader, Stefan Jacobsson, era stato accusato di assalto
armato durante una manifestazione nel 2005. Lo stesso partito era divenuto
oggetto di cronaca quando si scoprì che un suo militante stava seguendo una
scuola professionale dedicata agli esplosivi a Karlskoga, la città di Alfred
Nobel, con il timore che potessero ripetersi gli eventi di Utoya.
Källa: redazione@bergamopost.it