"La guerra è una malattia da curare" è quanto ha detto
ieri Gino Strada di fronte al parlamento svedese, il medico fondatore di
Emergency, ieri pomeriggio ha ricevuto a Stoccolma il Right Livelihood
Award. Conosciuto come il Nobel alternativo – e svedese come il fratello
maggiore – dal 1980 «sostiene chi offre risposte pratiche ed esemplari alle
maggiori sfide del nostro tempo».
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128 CANDIDATI DA 53 PAESI
Quest’anno la Fondazione per la prima volta ha consegnato il
premio a un italiano «per la sua grande umanità e la capacità di offrire
assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della guerra e
dell’ingiustizia, continuando a denunciare senza paura le cause dei conflitti»
si legge nelle motivazioni. Il fondatore di Emergency – la Onlus che dal 1994
ha curato oltre sei milioni di vittime dei conflitti in tutto il mondo – è
stato premiato davanti al Parlamento svedese. Nel suo ringraziamento, Gino
Strada ha lanciato l’ennesimo appello alla comunità internazionale contro la
guerra e la violenza.
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IL PREZZO DELLA GUERRA
«Sono un chirurgo. Ho visto i feriti (e i morti) in Asia,
Africa, Medio Oriente, America Latina e Europa. Ho operato migliaia di persone
ferite da proiettili, frammenti di bombe o missili. Alcuni anni fa, a Kabul, ho
esaminato le cartelle cliniche di circa milleduecento pazienti: il 90% erano
civili di cui un terzo bambini. È quindi questo il nemico? Chi paga il prezzo
della guerra?» ha domandato ai parlamentari. Strada ha raccontato che «in tutti
i conflitti in cui Emergency ha portato aiuti e soccorsi, indipendentemente da
chi combattesse contro chi e per quale ragione, il risultato era sempre lo
stesso perché la guerra non significa altro che l’uccisione di civili, feriti,
distruzione».
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«CURARE I FERITI E’ GIUSTO»
Per il medico italiano «curare i feriti non è né generoso né
misericordioso, è semplicemente giusto, lo si deve fare». Poi ha snocciolato
alcune cifre: «I civili morti sono passati dal 15% della Grande guerra a oltre
il 60% nella Seconda». Quindi ha aggiunto che «gli oltre 160 “conflitti
rilevanti” scoppiati dopo la Seconda guerra mondiale sono costati oltre 25
milioni di vite: il 90% erano civili, percentuale del tutto simile a quella del
conflitto afghano in corso».
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«L’UMANITA’ RINUNCERA’ ALLA VIOLENZA?»
Strada ha rilanciato il dilemma posto nel 1955 dagli
scienziati che aderirono al Manifesto di Russel-Einstein: «Metteremo fine al
genere umano o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?». Poi l’appello alla
comunità internazionale «perché la maggiore sfida dei prossimi decenni
consisterà nell’immaginare, progettare e attuare le condizioni che permettano
di ridurre il ricorso alla forza e alla violenza di massa fino al completo abbandono
di questi metodi. La guerra, come le malattie mortali, deve essere prevenuta e
curata».
ABOLIRE LA GUERRA:
«Dobbiamo convincere milioni di persone che abolire la
guerra è una necessità urgente e un obiettivo realizzabile. Questo concetto deve
penetrare in profondità nelle nostre coscienze, fino a che l’idea della guerra
divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità»
ha concluso Strada tra gli applausi del Parlamento.
ha concluso Strada tra gli applausi del Parlamento.
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