giovedì 31 marzo 2016

Buongiorno ai giovani.

Grazie a tutta la mia famiglia, che ancora mi sopporta.

A quelli che ogni mattina lottano per un futuro.
Alle loro speranze e ai loro sogni.
A quelli che fanno mille sacrifici per realizzarli.
A quelli che vanno avanti con le proprie forze.
A quelli che spesso vengono illusi.
A quelli dalla promesse mancate.
A quelli sfruttati.
A quelli che studiano e lavorano insieme.
A quelli con stipendi precari.
A quelli cresciuti troppo presto.
A quelli che sanno i veri valori.
A quelli con padri assenti e madri confuse.
A quelli con genitori fin troppo presenti.
Ai giovani pieni d’entusiasmo, semplici, leali, fuori dal tempo.
Ai giovani sballati, quelli persi dentro il consumo di qualsiasi dipendenza, quelli pieni di rabbia, quelli senza una strada, senza una meta, senza una vita.
Alla mia famiglia e ai nostri giovani e alla loro essenza, che è l’ultima nostra comune speranza.

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.