mercoledì 17 aprile 2013

Difetti italiani e cioccolato svedese.

Difetti italiani: Rubiamo, non paghiamo le tasse, non ci piace lavorare, pretendiamo che Oxford sia gratis, diamo comunque la colpa a qualcun altro, siamo bugiardi, millantatori, clientelari, senza il senso del bene pubblico, familisti, raccomandati, invidiosi, siamo tragediatori, ladri di biciclette, approssimativi, inaffidabili, superstiziosi, maschilisti, conservatori o progressisti per finta, provinciali, siamo per i sacrifici però degli altri, per la trasparenza del prossimo, per le intercettazioni se non ci riguardano, restiamo inguaribilmente mediterranei, fancazzisti, barzellettieri e canterini. Pure grillini, siamo capaci di diventare. 
 källa: il foglio quotidiano
Ma il cioccolato con la merda lo fanno in Svezia.


Curiosità svedesi e " persone incinte".

Curiosità svedesi:  Recentemente abolita la legge che imponeva la sterilizzazione per il transessuali, succede ora che è stata presentata una proposta per modificare un’altra legge. In pratica si vorrebbe sostituire alla dizione “donna incinta” – la più ovvia delle banalità visto che, fino a prova contraria, soltanto le donne possono rimanere incinte – la nuova definizione considerata più politicamente corretta di “persona incinta”. Il dubbio linguistico, a chi ha presentato la proposta di legge al Parlamento svedese, è venuto pensando a quei transessuali che da donne sono diventati uomini a tutti gli effetti, quindi anche per l’anagrafe. Chi di loro ha mantenuto la possibilità di procreare, nel giorno in cui dovesse aspettare un bambino, come dovrebbe essere chiamato? Non certo “donna incinta”. Ma nemmeno “uomo incinto”. Di qui l’empasse, che potrebbe rendere obbligatorio esprimersi con il neutro, “persona”.

La proposta di legge svedese è l’ennesima prova di come l’illusione di sovrapporre l’arbitrio del linguaggio e del politicamente corretto alla realtà dei fatti finisca per partorire (è il caso di dirlo) vere mostruosità logiche e linguistiche, prima ancora che giuridiche. Ogni volta che si fa appello all’ideologia del gender – quella per la quale il sesso di una persona è una pura costruzione culturale senza alcun ancoraggio alla carne e alla realtà, cioè alla vita per quel che è  – bisognerebbe ricordarsi che si rischia di  consegnarsi mani e piedi al ridicolo. Quel ridicolo che, in certi casi, è il peggior peccato del mondo.
källa: il foglio quotidiano

E come fare, leggendo certe notizie, a non pensare a quella famosa scena del “Caimano” di Nanni Moretti, quando Bruno Bonomo, interpretato da Silvio Orlando, incontra la giovane coppia di lesbiche che parlano la lingua adattata all’epoca dei nuovi diritti. Una lingua che lui non conosce, e lo ammette, sbottando: “No per favore, queste cose non le capisco”.




domenica 14 aprile 2013

Primavera a Stoccolma.

Alba sul lago Mälaren, (Strandvägen Stockholm).
Primavera a Stoccolma. Ti sconvolge. Primi boccioli. La rinascita di un anima, la mia, che non vuole arrendersi, ancora a caccia di desideri.  Penso a chi li rifiuta, i desideri esauditi.  Che tristezza. 
Solo, immaginare…Non basta mai.  Ci vuole qualcosa di concreto, di vero, da toccare con mano, da mordere, da guardare.  Afferrare una fetta di vita, prima che ti sfugga dalle dita.  Già sfuggita? No! Non è mai troppo tardi. Ci sarà tristezza, un pò di delusione ma anche tanta rabbia (tanta, anche furia) ma non è mai troppo tardi per ricominciare. 
Snödroppar ( Bucaneve )
Il primo caffè del giorno, con la napoletana, amarissimo e nerissimo, ma profumato come nient’altro al mondo, tazzone di speranza, insieme al sole che sorge. Un calcio alle paure, via quei sensi di colpa che in fondo non ci appartengono, perché la vita è nostra, ci appartiene ed è unica. Vigliacchi, maledetti, quelli che la gettano via.

L’erba dei prati ancora non si vede nei giardini del mio condominio, ma sono spuntati i bucaneve. In compenso gli alberi che sono ancora scheletri hanno un aspetto meno triste, perché assaggiano già la freschezza di questa tarda primavera.
Cigni sul Mälaren
L’aria sa del cambio imminente. Voglia di vita.  Primavera a Stoccolma, lenta, frustrante, grigia (piove, piove), ma basta un raggio di sole che si rispecchia nel Mälaren (guasi di nuovo liquido, il ghiaccio si sta sciogliendo) e mi sento vibrare dentro, vorrei immergermi in questo lago antico e trovarlo caldo. Non lo è; ma io sì.

Il soffio leggero della primavera mi seduce. Ho ancora voglia di buttarmi nell’ignoto, sì, anche rischiare, perché la parte peggiore è non saper rischiare. Far finta di non sentire. 
Alba sul lago Mälaren, che si risveglia: ne avverto appena il battito. Aspetto, sono ottimista: esisto, sono presente.  
Buona domenica a tutti da franco.


sabato 13 aprile 2013

Te la do io la Svezia: "Vita infantile"


La Svezia è il baluardo dell’innovazione in fatto di diritti sociali e di genere: dopo aver fatto da apripista europeo per femministe, gay e aiuti statali, nel Paese nordico infuria il dibattito sull’abolizione della distinzione tra generi.

INFANZIA UNISEX - L’uguaglianza di genere è in Svezia ormai talmente data per assodata che negli ultimi anni è  passata in secondo piano in nome della neutralità, specie per le nuove generazioni: sempre più bambini infatti sono chiamati con nomi unisex (ne esistono 170 legalmente riconosciuti) ed educati a prescindere dal loro sesso. Frasi come “il rosa è un colore da femminuccia” insomma non valgono niente nel Paese dove i negozi di abbigliamento eliminano i reparti uomo/donna e le ditte di giocattoli usano come immagine pubblicitaria un piccolo Spiderman che spinge una carrozzina rosa.

LUI, LEI, HEN - La situazione sta cambiando de facto, ed esige anche un rinnovamento della lingua che permetta di riferirsi a una persona senza implicarne il genere. Così da pochi giorni è stato ufficialmente inserito nella versione online dell’Enciclopedia Nazionale il termine “hen”, un pronome personale neutro che può essere utilizzato al posto di lui (“han”) e lei (“hon”). Il termine è da tempo in uso negli ambienti femministi e omosessuali, ma le sue origini risalgono agli anni Sessanta, e il primo a proporne l’introduzione nel vocabolario fu lo studioso Hans Karlgren nel 1994.
Jan Guillou

LE CRITICHE - C’è anche chi, come lo scrittore Jan Guillou, non ha accolto a braccia aperte la nuova via: per gli scettici la neutralità del genere potrebbe nuocere su due fronti, la preservazione della lingua nazionale e la psicologia dei bambini, confusi più che confortati dalla mancanza di differenze. 

La Svezia e soprattutto il suo sistema scolastico si trovano a cavallo di un cambiamento che necessiterà di tempo per raggiungere una stabilità e una coerenza: per il momento gli istituto si arrangiano secondo direttive interne, per esempio senza distinguere tra aree maschili e femminili, o facendo attenzione a come gli insegnanti chiamano i bambini. 

Se per il mondo degli adulti svedesi il nuovo pronome è il riconoscimento di una tendenza di pensiero già affermata (la cui precedente battaglia – non ancora conclusa – è l’abolizione della sterilizzazione obbligatoria per i trans), il rischio per la vita infantile è che venga monitorata e incanalata più di quanto veniva fatto in precedenza.
Källa: gionalettismo di Marta Arniani


Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.