Stoccolma: 18 Settembre 1965. |
Arrivai in Svezia in una giornata come quella di oggi. Calda, cielo un pò nuvoloso con sprazzi d`azzurro intenso, di quell’azzurro unito, un colore vivace,trasparente,
pieno di aria limpida, fresca, inebriante. Giovanissimo, un ragazzino,arrivai a Stoccolma il 18 settembre di una vita fá. Dopo il diploma a luglio dell`anno prima, a gennaio ero
stato assunto alla F.A.T.M.E. la figliale romana della Ericsson di Stoccolma e
quando mi proposero una stage a Stoccolma di sei settimane lo presi come un
regalo piovuto dal cielo. Viaggio in
treno due giorni e due notti, diretto Roma-Stoccolma, con l`Itala-Express. (Non
cercatelo,è stato soppresso). Che
emozione mi sentivo un novello Paul Newman nel film “Intrigo a Stoccolma”
Stoccolma mi accolse con tutta la sua dolce
atmosfera. Non sapevo dove guardare, mi veniva il capogiro. Sei settimane in
Svezia, ma capite? E poi le avventure, le scoperte, le meraviglie…E infatti
fu così. Solo che invece di sei settimane,ce ne rimasi dodici e lo feci
volentieri. La presi come una vacanza, perfetta, dopo l’impegno con gli esami, la tremarella per per il primo inpiego, la recente rottura con la fidanzata d`allora (non per mia volontà),
che ebbe lo stesso effetto un diretto in pieno volto. Preciso, inaspettato, tanto da farmi
rimanere tramortito al tappeto anche dopo il gong. Quindi un cambiamento radicale,
opportuno, capitato "a fagiolo" come si dice dalle nostre parti. Fu un esperienza piena di emozioni impetuose che mi rigirò per benino un vortice senza fiato che mi fece anelare per la
libertà più assoluta e intossicante…!! La voglia di volare ad ali tese sempre più
in alto verso la gioia più intensa che un ragazzo di vent`anni possa
desiderare. E ben sappiamo cos’è. Ma certo
che tornai a lavorare a Roma. Triste! Incavolato nero avendo lasciatoci il cuore a
Stoccolma.Veduta della F.A.T.M.E di Roma anni 60 |
nonno Franco a Soccolma.
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