Ecco, ci siamo: Oggi è la prima domenica dell`Avvento e qui
in Svezia è tradizione che si addobbano i davanzali con candelabri e stelle.
Pensate che il primo giorno di avvento e’ cosi’ importante per gli svedesi
che la maggior parte si ricorda di andare in chiesa e trascorrono il resto
della giornata bevendo Glögg (un vino speziato caldo) e mangiando dolci
tipici natalizi (e poi continueranno fino a Natale!).
Però dato che gli svedesi sono anche bravissimi ad
imbrogliare fanno ”tjuvstart” letteralmente falsa partenza.
Così sembra che il Natale sia gia iniziato da un pezzo, vada
per i centri commerciali che iniziano ogni anno prima, ma addirittura qui nel
condominio è gia una settimana che tutti i davanzali sono addobbate con stelle
e classici candelabri natalizi (ljusstake). Tanto da sembrare una gara, addirittura
Erik, famoso rompiballe del primo piano ha iniziato due settimane fa. (Così
ha dimostrato a tutti che lui ce l`ha più lungo degl`altri…)
Per carità, poi uno può fare quello che cacchio vuole, eh!
Per carità, poi uno può fare quello che cacchio vuole, eh!
Infatti come ho detto prima i negozi e i centri commerciali,
lo fanno da anni...)
Comunque una tradizione che mi è sempre piaciuta è che la prima Domenica dell’avvento si
accende la prima candela di un candelabro di quattro candele. Si prosegue poi
ad accendere una candela per ogni Domenica fino a Natale, 4 in tutto.
Oggi pomeriggio dopo pranzo,
“passeggiatina” con miei nipotini a Gamla Stan (Città Vecchia) per il primo
mercatino di Natale, forse mi comprerò il caprone di paglia (portabbuono)
da mettere sotto l`albero. Ma di una cosa sono sicuro. Berrò un paio di “glögg”,
una specie di vin brulé, ma molto più buono, servito con uvette e mandorle, una
vera bontà, credetemi. È l`unica cosa che gli svedesi fanno meglio di
noi.
Quindi se
abitate in Svezia e capitate in un “Julmarknad” (Mercatino di
Natale), regalateneve uno. è un vero toccasana. Anche per l`anima.
Allora amici italiani vi offro un glögg e auguro a
tutti una bella domenica del primo Avvento!
Alla prossima nonno Franco.