Uno dei modi più antichi del mondo di fare satira è lamentarsi. Un popolo che ha fatto della lamentela un vanto sono gli italiani. Non per niente la parola satira deriva da una parola latina (satura) che significava qualcosa tipo “focaccetta” che non sa di niente ma che se la riempi di roba da mangiare acquisisce un senso più compiuto. Amanti della focaccetta, sono una parte degli italiani in Svezia, quelli che ad intervalli più o meno brevi aggiornano i loro blog lamentandosi sempre dell`Italia.
Le loro lamentele sono le più varie, c’è chi si lamenta
della politica italiana (quella sempre...), amministrazione, autostrade, nebbie in val Padana, chi del capoufficio,
segretaria, compagno di banco, vicino di casa, fruttivendolo, idraulico, chi di
due, chi di tutti, chi sceglie il suicidio, chi sceglie di continuare a
lamentarsi, chi rompe i coglioni ad ogni alito di vento, chi rompe i
coglioni e basta. Da non sottovalutare quelli che si lamentano di cose vecchie
e quelli, i peggiori, che si lamentano di cose vecchie che stanno
cambiando, insomma disfattisti, poveri repressi che vivono
costantemente attaccati ad internet e che, agorafobici e paranoici quali sono quando sono in Italia (esclusivamente per motivi culinari...) se inciampano sul marciappiede è colpa del governo che non sistema le strade,
non abbatte le barriere architettoniche e non fa nulla di buono per la
cittadinanza: oppure davvero dalle loro parti le cose non stanno cambiando e allora sono
sfigati e si lamentano a ragione, non per questo sono però divertenti. Anche
se loro poverini lo pensano. A questo punto qualcuno si lamenterà, anche di
chi si lamenta:"di chi si lamenta." Che
palle, BASTAAA...!!!